CITAZIONI

Brani dai suoi scritti e interviste

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    Mi sembra giusto iniziare con una citazione tratta da Stoker la sua opera prima quella che ha rivelato al mondo che Wentworth oltre a essere un bell'uomo e un attore carismatico è anche uno scrittore.

    Went ci ha raccontato più volte che non ha mai pensato a se stesso come a uno scrittore, fino a quando non si è seduto davanti al suo pc e ha scritto una scena.
    Ma anche dopo averla scritta ha molti dubbi e la tiene in un cassetto fino a quando decide di consegnarla al suo agente, firma con uno pseudonimo, perchè conosce fin troppo bene l'ambiente e sa che al momento non ha nessun credito come sceneggiatore. La FOX ne acquista i diritti e 2 anni dopo è un film.

    Questa è la scena iniziale così come è stata scritta da Went, nel film è un pò diversa, e quindi penso di poterla pubblicare anche se i diritti sono proprietà della Fox. Per ulteriore precauzione pubblico solo la traduzione:

    STOKER

    By Ted Foulke

    01/18/10


    PRIMO PIANO su un ragno.

    Occhi. Zampe. Rotonda schiena pelosa pulsante di vita.

    Si sta pulendo al centro della sua ragnatela, il suo piccolo corpo e’ una macchia sfuocata dell’industria dell’orrido.

    L’immagine e’ grottesca, ipnotica, impressionante.

    La natura nella sua letalità ed efficienza.

    CI ALLARGHIAMO, rivelando che il nostro piccolo amico e’ in un posto buio e stretto, un luogo ideale per dedicarsi alle sue attività indisturbato…

    Finché la ragnatela inizia a scuotersi. Violentemente. Il ragno e’ spaventato. (Come noi).

    Musica.

    Qualcuno sta suonando il piano, un pezzo à la Gnossienne n.4 di Erik Satie.

    E’ ossessionante, anche quando suonato con più precisione che passione (come adesso).

    Ogni nota manda vibrazioni che scintillano giù per la ragnatela…

    Il ragno parte per investigare, muovendosi rapidamente su una serie di creste e piani. Arriva su una superficie liscia laccata, inizia a scendere.

    Mentre lo guardiamo prendere la sua strada fino in fondo a una delle gambe anteriori del pianoforte, ci rendiamo conto che eravamo nascosti sotto lo strumento per tutto il tempo.

    La musica continua mentre il ragno atterra sul pavimento di legno, inizia a strisciare furtivamente verso i pedali…

    PRIMO PIANO su una scarpa.

    Il tipo di scarpe a sella bianche e nere, di quel tipo che una ragazza potrebbe indossare, si muovono su e giù sul pedale di ottone scintillante.

    Il ragno va più vicino. Più vicino.

    La scarpa va su e giù, su e giù…

    E proprio quando siamo sicuri che questa creatura ripugnante sta per sfiorare quella scarpa e affondare i suoi denti sulla pelle tenera, la scarpa casualmente fa perno sul ragno, schiacciandolo.

    Fine del ragno.
    PANORAMICA dalla scarpa.

    stoker-poster-usa_mid



    Edited by Raf60 - 16/5/2020, 18:30
     
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    Qualcosa è cambiato :blink: Non so quali argomenti abbia usato, il fatto è che Wentworth è riuscito a convincere la Fox a permetter la pubblicazione delle sue 2 prime sceneggiature STOKER E UNCLE CHARLIE :woot: :groupwave: :wentlove:

    Il 12 agosto 2016 pubblica sulla sua pag FB un post con il link per il download :



    Wentworth Miller
    12 agosto alle ore 1:15 ·

    I'll say two things.

    One, I'm excited to finally be able to make my screenplay STOKER available for downloading. (It is and has been available elsewhere, but not officially.)

    Two, I'm super excited to include UNCLE CHARLIE (the prequel to STOKER) in the same download. Of the two, it might be my favorite. ;)

    You'll find the link at the bottom of the post.

    Please note: Mature content.

    Full disclosure: Giving away scripts wasn't the original plan. Initially I'd hoped to raise funds for ACTIVE MINDS, INC., a nonprofit organization dedicated to "empowering students to change the perception about mental health on college campuses." (www.activeminds.org)

    But it feels right to let folks decide for themselves. You can download my scripts. Or not. Make a donation in return. Or not. It's up to you.

    Here's the link if you're interested:
    https://secure3.convio.net/active/site/Donation2…

    Happy reading. - W.M. xox

    ‪Traduzione:
    Dico solo due cose.
    Uno, sono contento di essere finalmente in grado di rendere la mia sceneggiatura Stoker disponibile per il download. ( è stata disponibile altrove, ma non ufficialmente. )
    Due, sono super emozionato di includere zio Charlie (il prequel di Stoker) nello stesso download . Delle due, potrebbe essere la mia preferita. ;)
    Troverete il link in fondo al post.
    Nota bene: i contenuti per adulti.
    Per completezza: rendere disponibili gli script non era il piano originale. Inizialmente avevo sperato di raccogliere fondi per le menti attive, Inc., una organizzazione senza scopo di lucro dedicata a " spronare gli studenti a cambiare la percezione di salute mentale nei campus universitari." (www.activeminds.org)
    Ma ci si sente bene a lasciare che ognuno decida per se stesso. Potete scaricare il mio script. O NO. Fare una donazione in cambio. O NO. Tocca a voi.
    Ecco il link, per le donazioni se vi interessa:
    https://secure3.convio.net/active/site/Donation2…

    Buona lettura. - W. M. xox

    www.scribd.com/document/320951492/STOKER-and-UNCLE-CHARLIE

    A questo punto mi sono detta allora posso pubblicare anche la traduzione tra l'altro, un lavorone perchè ha richiesto tutta una ricerca su termini e riferimenti che il nostro Wentie ama inserire nei suoi scritti.

    Ho già pubblicato la prima scena nel post precedente quindi riparto dalla scena seconda dopo la fine del ragno:

    STOKER


    Traduzione Lucia Salvato

    Incontriamo INDIA STOKER, diciotto anni.

    E con non più di uno sguardo verso la cosa sul pavimento che un tempo era viva, questo tipo insolitamente distaccato torna al suo recital.

    PRIMO PIANO su India.

    Una faccia non facile da descrivere.

    Non che sia priva di bellezza (non lo e’), non che sia senza carattere (non lo e’), ma e’ un volto che non trasmette nulla.

    Non si può parlare di un panorama sul quale si abbatte l’ombra.

    CI ALLARGHIAMO riprendendo la scena.

    Vestita con un completo di maglione e gonna (neri), i capelli raccolti in un nastro (pure nero), India siede di fronte a un pianoforte nero nella stanza che sua madre chiama “il salotto”.

    Sedie Chippendale, tavoli georgiani, comò Luigi XVI. Una bella differenza dallo stile Pottery Barn.

    Schiena diritta, diteggiatura corretta, le pallide mani di India fluttuano facilmente sopra i tasti mentre la luce del sole di Aprile filtra attraverso la grande finestra dietro di lei. Fuori, boschi e campi grigio-verde si estendono fino all’orizzonte e oltre.

    Tutto davanti a noi – la ragazza, il piano, il salotto – sembra ben curato e ben arredato. Di buon gusto. E senza tempo.

    Potrebbe essere il 2009 o il 1959. Potrebbe essere a colori, potrebbe essere in bianco e nero. Potrebbe andare bene in entrambi i modi.

    Una cosa che sappiamo: la musica e’ magnifica. Peccato che India e’ come un pilota automatico. Lei e’ una pianista sorda alla vena di nostalgia e perdita di quella musica. Potrebbe benissimo trattarsi di “Frère Jacques”.

    Come il pezzo si avvicina al termine appare una donna, fermatasi appena prima alla porta.

    Lei e’ EVELYN “EVIE” STOKER, oltre i quaranta, ancora piena di vita, ancora piacente e disponibile (se solo trovasse qualcuno).

    Neanche un capello e’ fuori posto, ma i suoi passi sono traballanti, così lei discretamente (spera), mette una mano sulla parete per appoggiarsi.

    Come sua figlia, Evie veste dalla testa ai piedi di nero (veste francese, costoso). A differenza di sua figlia, lei e’ agghindata di diamanti.
    Lei scruta India. Sospira. Sorride.

    EVIE
    Cara. Le scarpe. Solo questa volta? Che ne pensi?

    India fissa sua madre con lo stesso interesse di una stenografa di corte.

    Passa un momento. Sentiamo il ticchettio dell’orologio (anche questo francese, anche questo costoso) sulla mensola scolpita del caminetto.

    Il sorriso di Evie comincia a contrarsi.

    EVIE (continuato)
    Non farmi questo, India… Non oggi. No. Non oggi.

    Si allontana, recuperando un bicchiere di alcol da un tavolino appena fuori il salotto, appena fuori (dalla vista di sua figlia).

    EVIE (Fuori schermo) (continuato)
    Sali in macchina.

    CAMBIO SCENA:

    EST. CITTA’ DI MIDDLE BEND – CIMITERO – GIORNO – PIU’ TARDI

    Colline. Alberi. Cielo blu e prati verdi. Un bel posto dove essere sepolti.

    AMPIO su una discreta affluenza di gente, radunati per una simile occasione. Diverse dozzine di persone in lutto raccolte presso una tomba aperta, la bara di acciaio in bilico e sospesa nel vuoto.

    IL REVERENDO (sui 60, come ci si aspetterebbe che fosse) sentenzia i soliti stereotipi. Come il suono della sua voce si alza e si abbassa, sentiamo soltanto frammenti del suo discorso.

    REVERENDO
    …Richard Stoker era, innanzitutto, un uomo di
    famiglia. Un marito devoto per sua moglie Evelyn,
    un padre amorevole per sua figlia India…

    Evie and India erano sedute da sole davanti.

    Anche a riposo Evie risaltava, un giglio tra giunchi, occhiali da sole scuri schermavano i suoi occhi dal bagliore luminoso del sole.

    India siede accanto a lei, mani in grembo, scarpe a sella bianche e nere si incrociavano pudicamente alla caviglia.

    Nessuna di loro e’ in lacrime.

    REVERENDO (continuato)
    …Un pilastro della nostra piccola comunità,
    Richard era un modello per la città di Middle
    Bend…

    Dietro erano posizionati i concittadini della suddetta città. La maggior parte conoscenti. Persone che avevano affari con Richard Stoker o lo conoscevano socialmente. Persone che erano venute per dargli l’estremo saluto o per soddisfare la loro curiosità. Persone che non avevano di meglio da fare.

    REVERENDO (continuato)
    … che cosa significa essere un uomo, vivere in
    questo mondo con franchezza, onestà, integrità…

    Una brezza scompiglia i capelli di India. Gira il suo viso verso il sole, chiude gli occhi. Quando li riapre lei vede qualcosa che non si aspettava: un uomo, solo sulla collina che sovrasta il corteo funebre. E’ in piedi quasi immobile, le mani spinte in profondità in tasca.

    REVERENDO (continuato)
    … Richard Stoker ci e’ stato portato
    via da un fato crudele, per ragioni
    sconosciute e inconoscibili…

    India sbircia attraverso la luce del sole, per vedere meglio. Ma da questa distanza le caratteristiche dell’uomo sono confuse, indistinte.

    Qualcuno tossisce dietro di lei, forte. India si gira a guardare.

    Quando si volta di nuovo, l’uomo se n’e’ andato.

    REVERENDO (continuato)
    …Raccogliamoci in preghiera…

    India inchina la sua testa come tutti, ma i suoi occhi rimangono fissi sulla collina vuota.

    CAMBIO SCENA:

    INTERNO, RESIDENZA DEGLI STOKER – CUCINA – GIORNO – PIU’ TARDI

    Ampia, piastrelle bianche, il genere adatto per il personale. Un enorme blocco a isola per macelleria nel centro, un angolo colazione più grande della maggior parte delle cucine, di lato.

    CUOCA PROFESSIONISTA NUMERO UNO e CUOCA PROFESSIONISTA NUMERO DUE (sui 40, con segni di permanente ai capelli) preparano antipasti d’oeuvres per il ricevimento, a una delle estremità dell’isola. Mentre le donne affettano, mescolano e versano, fanno quello che la gente fa meglio quando ha tempo e opportunità.
    CUOCA NUMERO UNO
    (“bisbigliando”)
    Allora chi si prenderà cura di lei
    adesso?

    CUOCA NUMERO DUE
    (“bisbigliando”)
    Non e’ più una ragazzina, può
    Cavarsela da sola…
    (poi)
    Chi si occuperà di tuo marito?
    Questo e’ il vero problema, ora
    Che l’altra e’ libera e a piede
    libero…

    CUOCA NUMERO UNO
    (ridacchiando)
    Senti questa…

    CUOCA NUMERO DUE
    Dico sul serio! Tutti e due,
    soli soletti, gironzolando in
    questa enorme immensa
    casa… problemi in arrivo…

    CUOCA NUMERO UNO
    Beh farebbe meglio a non
    piagnucolare intorno al mio
    Carl…non senza il suo libretto
    degli assegni…

    Le due donne si sciolgono in un forte, animato schiamazzo.

    CUOCA NUMERO DUE
    E io lo so che tu non stai scherzando!

    MRS. MCGARRICK (FUORI SCENA)
    Se non fate attenzione…

    Colte in fallo, le donne si zittiscono, voltandosi timidamente verso MRS. MCCARRICK (sui 50). Più anziana, più robusta e di un altro calibro, un paio di pettegole del posto non reggono il confronto con la governante degli Stoker.

    CUOCA NUMERO DUE
    Mi dispiace, Mrs McGarrick…

    MRS. MCGARRICK
    (severa e con tono basso)
    “Mi dispiace” non servirà questo cibo.
    E “mi dispiace” non pagherà il vostro affitto.
    Le donne immediatamente rinsavirono.

    MRS. MCGARRICK (continuato)
    Mostrerete un po’ di rispetto
    o mostrerò a entrambe la porta…

    CUOCA NUMERO UNO
    Mi disp –
    (correggendosi)
    Intendo, non capiterà di nuovo,
    Mrs. McGarrick…

    CUOCA NUMERO DUE
    No, non capitera’ di nuovo…

    MRS. MCGARRICK
    Bene. Allora…continuate.
    E ricordate dove vi trovate….

    Le donne uscirono dalla cucina velocemente, piatti in mano.

    Mrs. McGarrick le guarda andare via, sospira, torna indietro verso l’isola e noi scopriamo che India e’ seduta all’altra estremità.

    Se lei stava ascoltando o meno e’ (almeno per Mrs. McGarrick) incerto.

    Appollaiata su un alto sgabello di legno, India sta attentamente sistemando delle uova alla diavola su un grande vassoio disposto di fronte a lei.
    Passando da un uovo all’altro, il suo lavoro e’ lento, metodico, con attenzione verso i dettagli.

    Mrs. McGarrick si avvicina dietro le spalle di India, sorvegliando le uova con occhio critico.

    MRS. MCGARRICK (continuato)
    Adesso temo di averli tenuti troppo a
    lungo in frigo…Cosa ne pensate,
    Miss India?

    Nessuna risposta. Mrs. McGarrick riprova.

    MRS. MCGARRICK (continuato)
    Non trova che sono stata troppo
    avara con la paprica?

    Nessuna risposta. Ancora l’atteggiamento di Mrs. McGarrick rimane gentile, materno. E’ chiaro che a lei importa della ragazza. E’ anche chiaro che lei e’ abituata alle sue stranezze.


    MRS. MCGARRICK (continuato)
    Bene… immagino lo saranno. Ma
    vedo che non ne ha preso qualcuno
    per sé. Altrimenti sua madre ci
    spellerà entrambe.

    Di nuovo nessuna risposta. Suggerimenti presi, Mrs. McGarrick si trascina via, lasciando India sola all’isola.

    Improvvisamente sentiamo un picco nel livello di rumore, oltre la cucina. Sembra quasi…allegro.

    India si volta, un po’ accigliata. Si asciuga le mani su uno strofinaccio, si alza.

    Avvicinandosi alla porta a battente si ferma, ascolta le voci dall’altro lato, il suono (inappropriato) della risata di sua madre.

    India mette una mano sulla porta e, dopo un momento la spinge per aprirla.

    INTERNO, RESIDENZA DEGLI STOKER – SALA DA PRANZO – GIORNO – CONTINUATO

    La porta a battente si apre e TUTTO IL SUONO SVANISCE.

    Eccolo. L’uomo dalla collina.

    Egli e’ in piedi al centro di una piccola folla di persone in lutto.

    Evie si trova accanto a lui, una mano stringe un drink e l’altra il braccio di lui, come se lei avesse paura di cadere se lo lascia andare (o che lui scappi. Forse entrambi).

    Ma l’attenzione di India non e’ per sua madre.

    Lui e’ alto, spalle larghe, con un bel viso senza rughe. Quasi fanciullesco. Capelli lucidi e puliti, tagliati corti e divisi su un lato. Non abbigliato per un funerale davvero, ma ancora presentabile in una giacca di velluto a coste (su misura), camicia blu Oxford, pantaloni kaki (flat-front) e mocassini.

    Sembra un insegnante elegante anni ’50. O un missionario forse.

    Chiunque egli sia, e’ nella sua sala da pranzo.

    India guarda sua madre cercare (senza successo) di soffocare un’altra risata. (Lui deve essere molto divertente). Dunque vedendo India sulla porta, Evie apre la bocca per parlare.

    RITORNA IL TRAMBUSTO.

    EVIE
    India! India, cara, vieni a salutare
    tuo zio Charlie!

    L’uomo si gira in direzione di India. Conosciamo lo ZIO CHARLIE, il fratello minore del recentemente defunto.

    India lo guarda negli occhi, e rabbrividisce.

    EVIE (continuato)
    India, non essere scortese! Vieni a salutare!

    Ma i piedi di India hanno una propria mente, e si stanno muovendo indietro verso la sicura cucina. I suoi occhi rimangono bloccati su quelli dello zio Charlie, il suo respiro accelera.

    E allora lui le strizza l’occhio.

    EVIE (continuato)
    India! Vieni qui immediatamente!
    (allo zio Charlie)
    Onestamente, a volte lei sa essere
    così scostante… Ma immagino
    noi sappiamo da chi abbia preso…

    Evie scuote la testa, infastidita. Quindi, come se stesse cambiando idea sorride a sua figlia, prende un altro sorso dal suo bicchiere e ritorna allo zio Charlie.

    EVIE (continuato)
    Giuro, questo e’ una specie
    di miracolo, Charlie.
    Richard usava dire che tu eri
    perso per sempre…

    India, dimenticata, indietreggia tranquillamente verso cucina, lasciando che la porta oscillando si chiuda da sola. L’ultima cosa che vede e’ lo zio Charlie, sorridendo calorosamente, dare a sua madre la sua totale attenzione.

    INT. RESIDENZA STOKER – CUCINA – GIORNO – CONTINUATO

    India si gira, stordita, e trova Mrs. McGarrick in piedi davanti a lei, che la guarda preoccupata. Le due cuoche spariscono dietro di lei, gli occhi sgranati e curiosi.

    MRS. MCGARRICK
    Perché… India…tesoro…
    Sei bianca come un lenzuolo…

    La raggiunge come per toccarla (ma non abbastanza).

    MRS. MCGARRICK (continuato)
    Qual e’ il problema? Qualcosa non va?

    INDIA
    Si…

    E quindi – come se stessero parlando del tempo -

    INDIA (continuato)
    Mio padre e’ morto


    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA STOKER – VARI – PIU’ TARDI

    Il pomeriggio diventa sera e l’alcol fa la sua magia.

    PASSIAMO TRA GLI OSPITI, CAMBIANDO SCENA AVANTI E INDIETRO COME NECESSARIO.

    SIGNORA NUMERO UNO e SIGNORA NUMERO DUE (sui 40, magre) in piedi di fronte a un largo étagère (*scaffale) nel salotto, sfiorando soprammobili e roteando bicchieri di vino bianco.

    SIGNORA NUMERO UNO
    Mi chiedo se dovrà vendere
    tutto adesso…

    SIGNORA NUMERO DUE
    Non ci contare. Da quello che
    ho sentito dire se n’e’ sempre
    occupata molto bene…E dopo
    pure.

    SIGNORA NUMERO UNO
    Peccato…

    SIGNORA NUMERO DUE
    Lo so…
    (sospirando)
    Ucciderei per alcuni di
    questo cristalli…

    UOMO NUMERO UNO e UOMO NUMERO DUE (sui 50, pancia a pancia e giacche scure) in piedi nella sala da pranzo con pannelli di noce, un occhio al buffet tracannando scotch.

    UOMO NUMERO UNO
    Schifo di modo di andarsene…

    UOMO NUMERO DUE
    Spero solo sia stato veloce.
    UOMO NUMERO UNO
    Bara chiusa – hai visto?

    UOMO NUMERO DUE
    No. Penso che lo hanno
    fatto apposta.

    TRE SIGNORE ANZIANE (perle, vestiti di tessuto stampato) sedute su un divano rivestito a fiori, nel salotto, bevendo tè e mangiucchiando torta con glassa bianca.

    SIGNORA ANZIANA NUMERO UNO
    (misurando le parole)
    Da quel che ho capito
    lo stanno definendo un
    incidente d’auto…

    SIGNORA ANZIANA NUMERO DUE
    Beh, penso che tutti sappiamo cosa
    significhi…

    Annuiscono.

    SIGNORA ANZIANA NUMERO TRE
    (sorseggia)

    CAMBIO SCENA sugli uomini.

    UOMO NUMERO UNO
    Stan era lì quando hanno
    portato il corpo.

    UOMO NUMERO DUE
    Stai scherzando. Cosa ti
    ha detto?

    UOMO NUMERO UNO
    Ha detto che lui sarà carne di maiale
    trita per un po’.

    DUE RAGAZZINI, uno più grande dell’altro, entrambi vestiti dei loro migliori abiti della domenica, seduti in fondo alla scala intagliata all’ingresso.

    RAGAZZO PIU’ GRANDE
    Ho sentito che la sua faccia
    era come QUESTA!

    Fa una faccia spaventosa.

    RAGAZZO PIU’ PICCOLO
    Ewwww…

    RAGAZZO PIU’ GRANDE
    E i suoi occhi erano come QUESTI!

    Ne fa un’altra.

    RAGAZZO PIU’ PICCOLO
    Basta…

    CAMBIO SCENA sulle donne.

    SIGNORA NUMERO UNO:
    Ma questo e’ il punto: Bill
    conosceva Richard per poterne
    parlare, e lui ha detto che mai
    ha toccato un goccio…

    SIGNORA NUMERO DUE
    A differenza di una certa vedova
    allegra…

    SIGNORA NUMERO UNO
    (ridacchiando)
    Senti chi parla…

    Le loro teste si voltano in direzione di Evie. Lei e’ dall’altro lato della stanza e sta parlando con lo zio Charlie (ancora). Le donne si guardano, le sopracciglie spelacchiate rivolte verso il cielo.

    CAMBIO SCENA sui ragazzi, il più grande e’ davvero preso.

    RAGAZZO PIU’ GRANDE
    E la sua lingua era come QUESTA!

    RAGAZZO PIU’ PICCOLO
    Ewww!

    RAGAZZO PIU’ GRANDE
    E le sue mani erano come
    QUESTE!

    Le allunga, in segno di afferrare e stringere.

    RAGAZZO PIU’ PICCOLO
    Ho detto basta!

    CONTINUARE I CAMBIO SCENA, CREANDO L’IMPRESSIONE DI UNA CONVERSAZIONE CONTINUA

    ‪SIGNORA NUMERO DUE
    (adocchiando zio Charlie)
    Cornell Business. Classe del –

    SIGNORA ANZIANA NUMERO UNO
    Yale Divinity. Classe del –

    UOMO NUMERO UNO
    Esperto di esplosivi. Appena tornato…

    SIGNORA NUMERO UNO
    … da uno scavo a Megiddo.

    SIGNORA ANZIANA NUMERO DUE
    Machakos. Scavava pozzi…

    UOMO NUMERO DUE
    Medico. Lui ha detto Medico.

    SIGNORA NUMERO DUE
    Chiunque sia. E’ una cosa
    terribile tornare a casa per…

    SIGNORA ANZIANA NUMERO TRE
    Il funerale di tuo fratello!

    UOMO NUMERO UNO
    Almeno lui aveva famiglia…

    SIGNORA NUMERO UNO
    Tu intendi parenti acquisiti…

    SIGNORA ANZIANA NUMERO UNO
    Intendi dire vedova…

    SIGNORA NUMERO DUE
    Una vedova e una piccola stramba…

    UOMO NUMERO DUE
    E un fottuto sacco di soldi.

    SIGNORA ANZIANA NUMERO DUE
    E a chi appartiene adesso?

    UOMO NUMERO UNO
    A lei?

    SIGNORA NUMERO DUE
    Appartiene tutto a lei adesso.

    SIGNORA ANZIANA NUMERO TRE
    Ma lui e’ il fratello di Richard…

    UOMO NUMERO UNO
    Lui dovrà prendere qualcosa…

    SIGNORA ANZIANA NUMERO DUE
    Mi pare giusto…

    UOMO NUMERO UNO
    Lui e’ un veterano…

    SIGNORA ANZIANA NUMERO UNO
    Un ministro…

    UOMO NUMERO DUE
    Un eroe…

    SIGNORA NUMERO DUE
    E single.

    UOMO NUMERO UNO
    Squattrinato…

    SIGNORA ANZIANA NUMERO TRE
    Senza un tetto…

    SIGNORA NUMERO UNO
    Con un libro di poesie là fuori in autunno…

    RAGAZZO PIU’ PICCOLO
    HO DETTO BASTA!

    E schiaffeggia il ragazzo più grande – forte.

    Una pausa di stupore, sorpresa su entrambi i loro piccoli volti. Dopo c’e’ qualche tirata su col naso e qualche sbuffo prima dell’inevitabile.

    RAGAZZO PIU’ GRANDE
    Lo sto andando a DIREEEEEEEEEEE…

    Si alza in piedi, piagnucolando, va a cercare la mamma. Il bambino più piccolo si alza e lo segue, con aspetto colpevole. (E forse un po’ compiaciuto).

    RESTIAMO sulle scale, ALLARGANDO da dove i ragazzi erano appena seduti finche raggiungiamo un familiare paio di scarpe a sella bianche e nere. Riveliamo India, seduta a metà strada su per le scale.

    Ha sentito chiaramente ogni parola.

    India guarda i ragazzi andare, faccia impassibile. Quindi si alza, si gira per salire su in camera sua…

    ZIO CHARLIE (fuori scena)
    Ciao, India.

    …e salta quasi fuori dalla pelle.

    Riveliamo zio Charlie, in piedi in cima alle scale. Mani in tasca, un sorrisetto stampato in faccia.

    Stava a guardarla. Non si sa da quanto tempo.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Scusami. Non volevo spaventarti.

    Battito.

    INDIA
    (pacatamente)
    Non lo hai fatto.

    Zio Charlie fa un lento sorrisetto.

    ZIO CHARLIE
    E’ una cattiva abitudine, sai.

    INDIA
    Avvicinarsi di soppiatto alle persone?

    ZIO CHARLIE
    Origliare.

    Touchè.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Che ne dici di riprovarci? Io
    sono Charlie... Tuo zio.

    India non dice nulla, rimane dove sta.

    ZIO CHARLIE
    E’ bello conoscerti, India…
    finalmente.
    (dopo)
    Sono molto dispiaciuto per
    la tua perdita.

    INDIA
    E’ una perdita anche per te.
    ZIO CHARLIE
    Si, hai ragione. Hai
    assolutamente ragione…
    (battito)
    Sapevi che non vedevo
    tuo padre da oltre
    trent’anni? E ora non
    lo rivedrò mai più…e’
    troppo affrontare tutto
    questo in una
    volta sola…

    Sembra improvvisamente infranto, nei suoi occhi uno sguardo lontano.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Non saprò mai che tipo di uomo
    era mio fratello…che tipo di
    marito era, che tipo di padre…

    INDIA
    “Amorevole, devoto, e un
    pilastro della comunità.”
    Questo e’ comunque cosa
    hanno detto al funerale.
    (battito)
    O forse tu non stavi
    ascoltando.

    ZIO CHARLIE
    (restituendo un sorrisetto)
    Si, stavo ascoltando… Ma
    io voglio sapere cosa lui
    significava per te, India…
    Voglio sapere come era
    lui a porte chiuse, quando
    i vicini non guardano…
    Questi sono i momenti
    in cui vieni a sapere la
    vera storia. Questi sono i
    momenti in cui vieni a
    sapere la verità.

    INDIA
    Stai chiedendo alla persona
    sbagliata.

    ZIO CHARLIE
    Perché? Non eri affezionata
    a tuo padre? Non eri “la
    ragazzina di papà”?
    Il suo tono e’ leggero ma gli occhi di India si rabbuiano.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    (calmo)
    Capisco… Beh tutti noi
    abbiamo una croce da portare.

    INDIA
    Parli come in una commedia
    da quattro soldi.

    Zio Charlie sembra stranamente felice di questa osservazione.

    ZIO CHARLIE
    Troverai che molta
    gente lo fa.

    India rimane silenziosa, vigile.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    (battito)
    Sai perché ti senti in svantaggio
    in questo momento?

    INDIA
    Perché non sapevo che tu
    esistessi fino ad oggi?

    ZIO CHARLIE
    Perché sei in piedi sotto di me
    sulle scale…questo significa
    che io posso guardarti dall’alto
    mentre tu devi guardarmi dal
    basso…

    Sorride, scrollando le spalle

    ZIO CHARLIE
    Roba di base, davvero.
    Psych 101. (*testo di psicologia generale)
    Vale ancora la pena prestarci
    attenzione…

    India lo guarda soltanto.

    Dopo, sale un gradino.

    E dopo ancora un altro e un altro, finché lei e’ su al pianerottolo del secondo piano, in piedi faccia a faccio con lo zio Charlie, entrambi allo stesso livello.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Vedi? Elementare…

    Quindi sorride giocoso, gli occhi scintillanti.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Tipo come ho ottenuto che tu
    salissi le scale proprio adesso…

    Se India si risente di questo giochetto lo tiene per sé.

    INDIA
    (fredda)
    Ti diverti a fare di questo giochetti,
    zio Charlie?

    ZIO CHARLIE
    (più freddo)
    La vita consiste nel trovare dei modi
    per intrattenersi.

    Il momento e’ strano, teso, e si spezza quando zio Charlie si volta e inizia a camminare giù per le scale.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Beh goditi la festa…queste
    cose sono fatte per i vivi,sai.
    Non per i morti…

    Ma poi si ferma a metà strada, si gira verso di lei, in piedi esattamente dove lei si trovava un attimo prima.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Oh – e questo mi fa ricordare…
    tra circa 60 secondi tua madre
    ti dirà che io rimarrò con voi per
    un po’… La presenterà come
    cosa fatta, ma e’ anche una tua
    decisione e io voglio che dici la
    tua.

    INDIA
    Perché?

    ZIO CHARLIE
    Perché. E’ importante
    per me.

    India apre la bocca per rispondere, ma prima che ne ha la possibilità -

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Lascio a te la decisione. Di’
    una parola e me ne andrò.

    Svolta a destra quando raggiunge il fondo delle scale e sparisce. Secondi dopo, dalla direzione opposta arriva Evie. Alza lo sguardo, individua sua figlia sul pianerottolo al secondo piano.

    EVIE
    Eccoti!

    Evie vacilla, sul fondo delle scale, il viso arrossato, si appoggia con pesantezza sul pilastro del corrimano.


    EVIE (continuato)
    Cara, ti ho cercata dappertutto!
    Ho ricevuto la notizia più
    meravigliosa…

    CAMBIO SCENA:

    ESTERNO - RESIDENZA DEGLI STOKER – GIORNO SEGUENTE

    Vento tra gli alberi, rugiada sull’erba. Il sole risplende.

    INQUADRATURE sulla proprietà degli Stoker. Lussuosa. Vasta. Isolata.

    Giardini, siepi, tralicci. Panchine di pietra, salotti di vimini, un gazebo dipinto di bianco.

    Carpe nel laghetto, pettirossi sul prato, ghiandaie azzurre americane (*canarini americani) nella vaschetta per uccelli (*ciotole/vaschette piene d’acqua per gli uccelli, nei giardini). Una banderuola nera sventola pigramente sopra il fienile rosso.

    Immagine da cartolina.

    INQUADRATURE della casa (pure lussuosa, pure enorme).

    Cornicioni, caminetti, portico panoramico. Persiane nere, rivestita di assicelle bianche di legno, una porta d’ingresso rossa.

    Un grosso gatto nero sta seduto sulla terrazza lastricata, leccandosi le zampe, sorvegliando placidamente la scena.

    INTERNO – RESIDENZA STOKER - CUCINA – GIORNO – STESSA ORA

    India e’ seduta nell’angolo colazione, guardando fuori dalla finestra.

    Oggi indossa un vestito (grigio pallido), con una fascia per capelli grigio scuro, e le sue scarpe a sella bianche e nere. Sembra che il suo abbigliamento di tutti i giorni sia solo pochi attaccapanni giù dal suo abbigliamento funebre. Alice nel paese delle meraviglie incontra Edward Gorey (* scrittore e artista americano noto per le sue illustrazioni macabre).

    Sul ripiano dietro di lei una tazza di caffè caldo in attesa. Per un momento tutto e’ tranquillo, ovattato.

    EVIE (fuori scena)
    Mrs. McGarrick? Mrs. McGarrick!

    La porta a battente si apre. Evie fa il suo ingresso, vestita da giorno (come alcuni potrebbero vestire la sera) ma ancora risente gli effetti della sera prima.


    EVIE (continuato)
    Mrs. McGarrick?

    Vede India seduta vicino la finestra.

    EVIE
    Oh! Buon giorno, cara…

    INDIA
    (con aria assente)
    E’ pomeriggio

    EVIE
    Cosa? Si… si, suppongo lo sia.
    Hai visto Mrs. McGarrick?

    INDIA
    No.

    EVIE
    Che strano. Avrei giurato
    di aver sentito la sua
    macchina prima… Beh
    spero non ci ha lasciati
    allo sbando oggi. Non con
    una casa piena d’ospiti…

    Evie ha esaurito le energie, mette una mano sulla tempia, si aggiusta i capelli.

    EVIE (continuato)
    India, cara… pensi che
    potresti…
    (vede la tazza di caffè)
    Oh. Oh, che brava ragazza…
    grazie.

    Evie prende la tazza, beve un sorso. Dopo, senza guardare la figlia…

    EVIE (continuato)
    Che progetti hai per la
    giornata, India?

    INDIA
    (ancora guardando fuori
    dalla finestra)
    Pensavo di scostare le tende,
    bloccare gli orologi. Coprire
    gli specchi e ritirarmi nella
    mia stanza…

    EVIE
    Non fare la morbosa, per
    favore.
    (dopo)
    Pensavo di andare in città e
    pensavo ti avrebbe fatto
    piacere venire… devo
    fermarmi in bottega,
    prendere un po’ di cose…
    Potremmo prendere un
    gelato per dopo…


    INDIA
    In epoca vittoriana
    una vedova piangesse
    il marito per due anni –
    almeno. Sono abbastanza
    sicura che gelato e
    uscite non erano incluse.

    EVIE
    Beh non viviamo in epoca
    vittoriana… grazie a Dio.

    INDIA
    Naturalmente io me la sarei
    cavata un po’ più facilmente…
    Sono solo nove mesi se perdi
    un genitore.

    EVIE
    Vuoi venire con me o no?

    INDIA
    No.

    EVIE
    Mi dispiace sentire questo.
    Speravo in un po’ di
    compagnia…

    INDIA
    (fredda)
    Speravi che guidassi.

    EVIE
    Posso guidare da me.

    INDIA
    Sfortunatamente devo
    stare a casa e fare gioielli
    coi capelli di mio padre…

    EVIE
    India…

    INDIA
    Pensavo forse una spilla…

    EVIE
    Ti prego…

    INDIA
    O un anello. Preferiresti
    un anello, mamma?

    EVIE
    (brusca)
    India, ti prego!

    Battito.

    INDIA
    Mi dispiace.

    EVIE
    Va tutto bene. Abbiamo
    modi differenti di…esprimere
    il nostro dolore.

    INDIA
    Così sembra.

    Evie alza lo sguardo bruscamente. Madre e figlia si fissano l’un l’altra da una parte all’altra della cucina. India si volta verso la finestra.

    EVIE
    (forzando un sorriso)
    Cosa stai guardando là fuori?

    Nessuna risposta.

    EVIE (continuato)
    India?

    Si avvicina per scoprirlo da sé…

    EVIE (continuato)
    Cosa potrebbe esserci di così
    interessante?

    … E lei vede che e’ lo zio Charlie, seduto su una sedia a sdraio sul prato. E’ di spalle, rivolto verso il bosco. Ma, in quel momento – come se sapesse che loro lo stanno guardando – si volta verso di loro.

    E fa un cenno di saluto con la mano.

    EVIE (continuato)
    (calma)
    Magari potrei chiedere
    allo zio Charlie di
    accompagnarmi…

    EVIE (fuori scena) (continuato)
    E magari ti porteremo un po’
    di gelato…

    INQUADRATURA su India, mentre il dardo colpisce il segno.

    CAMBIO SCENA:

    EST. - RESIDENZA DEGLI STOKER – GARAGE – GIORNO – MOMENTI DOPO

    La porta basculante del garage si alza, rivelando una Mercedes - Benz argento 450SL in eccellenti condizioni. Zio Charlie e’ al volante, Evie accanto a lui. Occhiali da sole, finisce di avvolgersi la testa con un foulard dai colori vivaci mentre zio Charlie mette in moto.

    Sgommano, sfrecciando lungo il vialetto di ghiaia verso la città, l’estremità della sciarpa di Evie svolazza dietro di loro nella brezza.

    TORNIAMO INDIETRO, rivelando India alla finestra del piano di sotto. Li guarda andare via, la sua espressione e’ (quasi) indifferente.

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – SALOTTO – GIORNO – CONTINUO

    Il rumore dell’auto si spegne nel nulla. India si allontana dalla finestra. Tranne che per il ticchettio dell’orologio sulla mensola del caminetto, la casa e’ silente.

    UNA SERIE DI RIPRESE DALL’ALTO

    India al piano, mani in grembo…

    India alla finestra che giocherella con le nappe, e guarda verso il viottolo…

    India sul divano, un libro chiuso accanto a lei…

    India ritornata alla finestra…

    India sul pavimento, faccia in su’, braccia aperte, facendo lo “snow angel” sul tappeto (*vedi nota)…

    India di nuovo alla finestra…

    India sul pavimento una seconda volta, a faccia sotto, braccia sui fianchi, una bambola rotta…

    India alla finestra di nuovo… aspettando. E aspettando.

    Intanto fuori la luce inizia ad attenuarsi.

    INT. – RESIDENZA DEGLI STOKER – VARI – CONTINUO

    INQUADRATURE di India che vaga per la casa. Annoiata. Irrequieta.

    Va dal salotto all’atrio, dall’atrio in cucina…

    Dalla cucina alla sala da pranzo, dalla sala da pranzo al soggiorno…

    Dalla sala da pranzo all’ingresso, trascinandosi chiudendo il cerchio…

    Ma questa volta si ferma ai piedi delle scale, e inizia a salire, la passatoia orientale attutisce il rumore dei suoi passi.

    India sa dove sta andando ma si sforza a prendere tempo. Quando arriva al secondo piano guarda in fondo al corridoio, verso il retro della casa. Alla fine del corridoio c’e’ una porta.

    La porta e’ chiusa.

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – CAMERA DELLO ZIO CHARLIE – NOTTE – CONTINUATO

    Il pomello della porta viene ruotato. Sentiamo uno scatto, e la porta si apre. India sta in piedi davanti a noi.

    Noi vediamo quello che lei vede: il letto (ben fatto, angoli sistemati in stile ospedale), un pettine per capelli sul comò, una maglia blu navy appesa su una sedia, la valigia in piedi sul pavimento vicino l’armadio…

    La valigia di zio Charlie.

    India avanza dentro la stanza, con gli occhi sulla valigia. E’ una valigia di media misura, gialla, con rifiniture marrone scuro lungo i bordi. Una valigia vecchio stile. E’ molto intrigante e, al momento, indisturbata.

    Lei fa un altro passo verso di essa.

    EVIE (fuori scena)
    India!

    India si volta di scatto, occhi spalancati.

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – NOTTE – CONTINUO

    STIAMO INQUADRANDO DALL’INGRESSO il pianerottolo del secondo piano.

    EVIE (fuori scena) (continuato)
    India? Sei lassù?

    La testa di India appare da sopra la ringhiera.

    INDIA
    Sono qui…

    INVERTIAMO IL NOSTRO P.D.V. (*punto di vista) GUARDANDO ADESSO GIU’ VERSO L’INGRESSO dal pianerottolo del secondo piano. Ed ecco Evie.

    EVIE
    Ebbene? Hai intenzione
    di farmi sistemare la spesa
    da sola?

    INDIA
    Scendo subito…

    Dando un ultimo sguardo alla porta della camera di zio Charlie (di nuovo chiusa, come lui l’aveva lasciata), India va giù.


    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – CUCINA – NOTTE – CONTINUO

    India spinge la porta a battente della cucina, entra. Zio Charlie ed Evie stanno sistemando la spesa. (Lui sistema la spesa, lei sta stappando una bottiglia di rosso).

    EVIE
    Finalmente! Ho la
    sensazione di averti
    chiamata per ore…vieni
    ad aiutare!

    India si muove verso l’isola, si trova di fronte a zio Charlie.

    EVIE (continuato)
    Cosa hai fatto finora?

    INDIA
    Stavo facendo un
    solitario. Nella mia stanza.

    India guarda in alto, chiedendosi se questa bugia ha funzionato. Sua madre e’ occupata col Cabernet. Ma zio Charlie coglie il suo sguardo, lo sostiene. E fa quel sorrisetto esasperante.

    INDIA (continuato)
    (cambiando argomento)
    Cosa c’e’ per cena?

    EVIE
    Non ne ho idea, tesoro…
    Perche’ non chiedi a
    Mrs. McGarrick?

    INDIA
    Vorrei, ma non c’e’.

    EVIE
    Che vuoi dire?

    INDIA
    Non e’ venuta oggi.

    Il bicchiere di Evie si ferma a metà strada dalle sue labbra.

    EVIE
    Oh no! Cosa
    faremo per
    cena?


    ZIO CHARLIE
    (battito)
    Io so un po’ cucinare…

    EVIE
    Cosa sai fare? Hai
    sentito India?
    (sollevando il bicchiere)
    Tre brindisi per lo zio
    Charlie!
    Sono sicura che altrimenti
    saremmo morte di fame…
    Charlie, ci hai salvato la vita!

    ZIO CHARLIE
    Con piacere…
    (dopo)
    India, potresti portare questi
    giù nel freezer, per favore?
    Non penso ci sia altro spazio qui…

    Fa scivolare due grandi vaschette di plastica di gelato sull’isola verso di lei.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Uno cioccolato, uno vaniglia…
    Ho preso quelli giusti?

    INDIA
    (senza dargli una chance)
    Preferisco quello misto.

    EVIE
    Puoi mischiarlo da te,
    pigrona! Adesso, fa come
    ti dice tuo zio, ti prego…
    Insomma…

    India prende le vaschette di gelato, una sotto ogni braccio.

    EVIE (continuato)
    Grazie!

    ZIO CHARLIE
    Grazie, India.

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – SEMINTERRATO – NOTTE – CONTINUO

    Oscurità. Una porta si apre in cima alle scale.

    E’ India, che si staglia contro la luce proveniente dalla cucina dietro di lei.
    Scende con attenzione. Le scale sono vecchie, traballanti.

    Quando arriva in fondo, appoggia una delle vaschette, stende il braccio verso l’alto nell’oscurità, trova una catena, la tira. Una lampadina balugina su, penzolante da una lunga corda posta in alto. Non fa molto.

    Con un movimento pratico, India fa oscillare la lampadina, il suo arco illumina prima una parte dello spazio, poi un altro.

    India prende il gelato, continua a camminare. Ma il seminterrato e’ un labirinto di stanze incompiute, e presto lei e’ di nuovo al buio.

    India appoggia la vaschetta una seconda volta, stende il braccio, trova una seconda catena, la tira. Un’altra lampadina balugina. Anche questa viene fatta oscillare.

    SENTE UN RUMORE DIETRO DI LEI.

    India si guarda intorno.

    Non appare spaventata, ma non e’ nemmeno precisamente serena.

    Come la lampadina oscilla in alto, noi vediamo India scomparire e riapparire, scomparire e riapparire…

    Perlustra il seminterrato, sensi all’erta. E’ una discarica qui sotto, fredda e raccapricciante, scatole e mobili accatastati tutto intorno.
    Molti posti dove nascondersi, volendo.

    Infine, appurato che e’ da sola, India si gira e continua a camminare, avvicinandosi a qualcosa che somiglia a una gigantesca bara di metallo.
    E’ il congelatore, che ronza placidamente a sé stesso lungo la parete più lontana.

    Sta quasi per sollevare il coperchio QUANDO SENTE QUALCOSA DI NUOVO.

    India sbircia da sopra le sue spalle, cercando di cogliere un respiro…

    Rimane perfettamente immobile, ispezionando con gli occhi l’oscurità, ascoltando…

    Può sentire il cigolio della lampadina che oscilla avanti e indietro, avanti e indietro…

    La vediamo scomparire e apparire, scomparire e apparire…

    India attende un altro battito…

    Niente.

    Mantenendo lo sguardo nella stanza dietro di lei, India apre il congelatore e velocemente getta dentro il gelato. Missione compiuta, lei esce di lì il più velocemente possibile, lasciando cadere il coperchio per conto suo.

    E in quei secondi finali, prima che si chiuda con un tonfo, brevemente illuminato dalla lampadina oscillante, NOI VEDIAMO MRS. MCGARRICK DENTRO IL CONGELATORE, INCASTRATA TRA I SURGELATI, OCCHI SBARRATI, BOCCA APERTA, IL VISO LEGGERMENTE INCRESPATO DI GHIACCIO.

    CAMBIO SCENA:

    INTERNO RESIDENZA DEGLI STOKER – SALA DA PRANZO – NOTTE – PIU’ TARDI

    Cambio scena dalla carne nel congelatore alla carne sul tavolo.

    Rumori di posate e di masticazione, il tintinnio della buona argenteria sulla buona porcellana. Inquadrature di tovaglie da tavola e argenteria, cristalli e fiori, candelabri.

    Ci allarghiamo su Evie, a capo del lungo tavolo lucido, zio Charlie alla sua destra. India alla sua sinistra. Sette sedie dallo schienale alto circondano l’altra estremità.
    Si sente della musica suonare dolcemente da qualche parte in sottofondo.

    Evie sospira, al di la degli argomenti.

    EVIE
    Oh Charlie… il
    cog au vin e’ squisito!

    ZIO CHARLIE
    Sono proprio contento
    di essermi reso utile…

    EVIE
    E’ squisito! Davvero.
    Non lo pensi anche tu,
    India?

    India sposta il cibo intorno al piatto, senza averlo nemmeno assaggiato.

    EVIE (continuato)
    Questa e’ una vera
    delizia per noi, Charlie…
    A volte penso che Mrs.
    McGarrick sia specializzata
    in polpettone.
    (prendendo un altro boccone)
    Tu, d’altra parte, sei un uomo
    dai talenti nascosti… adesso
    dicci dove hai imparato a
    cucinare!



    ZIO CHARLIE
    Effettivamente sono
    stato abbastanza
    fortunato da trascorrere
    un’estate lavorando in
    un piccolo ristorante,
    appena fuori Bordeaux…
    Madame Maillard e’
    alla guida di una cucina
    superba… premiata dalla
    guida Michelin infatti.
    Cercavo di imparare più
    che potevo…

    EVIE
    Suona proprio come
    un’estate ben spesa!
    (a India)
    Lavorare per un cuoco
    premiato, India! Per giunta
    una donna! En France!
    (di nuovo a zio Charlie)
    Très inhabituel, n’est-ce pas?

    ZIO CHARLIE
    Si, e’ molto inusuale – ancora.
    E credo sia un peccato…
    Madame Maillard era solita
    dire che secondo la sua opinione,
    non c’era nulla in cui un uomo
    poteva risultare eccellente e che
    una donna non poteva ugualmente
    fare…

    INDIA
    Non capisco.

    ZIO CHARLIE
    Suona meglio in francese.

    L’occhiolino e’ implicito.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    A proposito…Evie il tuo accento
    e’ incantevole.

    EVIE
    Perche ringraziarti Charlie!
    Uno dei vantaggi di una
    educazione di prima classe.
    Quello e anche un biglietto
    per l’oblio. Di prima classe,
    naturalmente.

    ZIO CHARLIE
    (giocosamente scuotendo un dito)
    Sei di nuovo troppo dura con te
    stessa… Ricordi di cosa abbiamo
    parlato prima? Sulla via di ritorno?
    In auto?

    Evie arrossisce, sorseggia il suo vino. India può vedere sua madre nascondere un sorriso dietro il suo bicchiere. Zio Charlie guarda India.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Stavo dicendo a tua madre
    che penso sia tempo di fare dei
    cambiamenti, e’ tempo per lei
    di iniziare a guardare alle cose
    in modo diverso…
    (a Evie)
    A ogni genere di cose. Ricordi?

    EVIE
    Si, Charlie. Ricordo…

    INDIA
    (a zio Charlie)
    Meglio le metti per iscritto.

    Evie lancia uno sguardo a India.

    EVIE
    In epoca vittoriana tu
    saresti già stata sposata.
    Venduta al miglior offerente.

    Battito.

    ZIO CHARLIE
    Santo cielo, India…
    Questo si che e’ un
    appetito.

    India guarda il suo piatto, sorpresa. Zio Charlie aveva ragione. Praticamente ripulito. Non e’ rimasto nulla a parte le ossa.

    INDIA
    Io…Io immagino di
    non essermi accorta
    di quanto fossi affamata.

    ZIO CHARLIE
    Beh sono felice che
    tu abbia gradito…
    posso offrirti dell’altro?
    Un gelato forse?

    INDIA
    No.

    EVIE
    Intendi dire “No grazie”

    INDIA
    Intendo dire “No grazie”

    EVIE
    India vorresti suonare
    qualcosa per noi dopo
    cena?

    INDIA
    No. Ti spiace?

    EVIE
    (un monito)
    India…

    INDIA
    Intendo dire “No grazie”.

    EVIE
    Peccato. Bene in questo
    caso temo di dovermi scusare.
    Mi sento…stanca tutto a un
    tratto…Buona notte, Charlie…
    Buona notte, India.

    Evie si alza dal tavolo. Zio Charlie si alza educatamente. Lei sorride, esce dalla stanza, bicchiere di vino ancora in mano.

    Zio Charlie si siede, guarda India.

    India si alza.

    INDIA
    Pulisco tutto io.

    ZIO CHARLIE
    (alzandosi di nuovo)
    Ti aiuto…

    INDIA
    Non e’ necessario.

    ZIO CHARLIE
    Insisto.

    INT. RESIDENZA STOKER – CUCINA – NOTTE – CONTINUATO

    Il suono dell’acqua che scorre.

    India e’ al lavello, di spalle. Sul ripiano alla sua sinistra c’e’ una pila di piatti da lavare. Alla sua destra, pochi metri più in là c’e’ lo zio Charlie, strofinaccio in mano.

    Lei lava il primo piatto, lo ripone sul ripiano tra di loro. Zio Charlie lo prende, lo asciuga e lo ripone nuovamente.

    Lei lava un altro piatto, lo ripone. Lui lo prende, lo asciuga e lo ripone.

    Nessuno dei due dice una parola.

    UN MONTAGGIO RAPIDO di piatti che vengono lavati, asciugati e impilati in quello che diventa, stranamente, un ritmo pronunciato. Senza sembrarne consapevoli eseguono questo spaccato di coreografia domestica come Fred e Ginger.

    Finché finiscono.

    India posa la spugna, si gira verso zio Charlie.

    INDIA
    Cosa vuoi?

    Zio Charlie la guarda.

    ZIO CHARLIE
    Che diventiamo amici.

    INDIA
    Non abbiamo bisogno di essere amici.
    (battito)
    Facciamo parte della stessa famiglia.


    Ed esce, lasciandolo lì da solo.

    Edited by Raf60 - 18/5/2020, 16:57
     
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    STOKER parte seconda

    INT. RESIDENZA STOKER – CORRIDOIO AL PIANO DI SOPRA – NOTTE – CONTINUATO

    Una porta chiusa. La mano di India raggiunge l’infisso, bussa gentilmente. Nessuna risposta. India apre la porta.

    Vediamo Evie attraverso la stanza buia, divaricata sul letto, ancora vestita, addormentatasi all’improvviso. Il suo bicchiere di vino penzola precariamente da una mano allungata. India si avvicina al letto, guarda sua madre.

    Sul comodino di Evie, disposte su un vassoio d’argento, c’e’ la sua piccola farmacia personale di bottigliette dalle pillole arancioni.

    India gentilmente sfila il bicchiere dalle dita di sua madre.


    INT. RESIDENZA STOKER – CUCINA - NOTTE - CONTINUATO

    India e’ davanti al lavello, sola, lavando un bicchiere in più.

    LENTA DISSOLVENZA AL NERO


    CAMBIO SCENA:

    ESTERNO SCUOLA SUPERIORE DI MIDDLE BEND – GIORNO

    Sole splendente, uccelli cinguettanti.

    INQUADRATURE della scuola di India in tutto il suo finto – gotico splendore tra la piccola cittadina.

    MR. FELDMAN (fuori scena)
    But helpless pieces in the game He
    plays/

    INTERNO SCUOLA SUPERIORE DI MIDDLE BEND – CLASSE – GIORNO – STESSA DATA

    MR FELDMAN (sui 40, come ci aspetteremmo che fosse) in piedi, di fronte alla sua classe di 8º PERIOD ENGLISH, legge a voce alta.

    MR FELDMAN (continuato)
    Upon this chequerboard of Nights
    and Days/

    Vediamo India seduta in seconda fila da dietro, che indossa le sue scarpe a sella, vestita come una scolara del 1952 circa.

    MR. FELDMAN (continuato)
    Hither and thither moves, and
    checks, and slays/

    Fuori di casa sua, tra i suoi coetanei, l’unicità di India e’ (anche più) stridente.

    MR FELDMAN (continuato)
    And one by one back in the Closet
    lays…/E ritornato nell’Armadio uno ad uno giace…

    Una manciata di bulli del football siede dietro di lei. Uno di loro, CHRIS PITTS (capelli a spazzola, lentiggini, mascella pronunciata) si piega in avanti, alitando letteralmente sul collo di India.

    PITTS
    Mi piacerebbe giacere con te
    nell’armadio… o in qualunque
    altro posto.

    I suoi amici sghignazzano. India guarda diritto, una statua. Lui sorride. Facile come rubare le caramelle a un bambino.

    Scopriamo un altro ragazzo accanto a India: WHIP TAYLOR (magro, bell’aspetto), seduto coi bulli ma di tutt’altro lignaggio. La risposta di Middle Bend a Steve McQueen. Lui osserva con leggero interesse.

    PITTS (continuato)
    Tre minuti. E’ tutto quello che mi serve.

    Più sghignazzamenti. India mantiene il suo sguardo avanti.

    PITTS
    Due?

    I suoi amici ridono, più rumorosamente adesso, attirando finalmente l’attenzione di Mr Feldman.

    MR. FELDMAN
    Mr Pitts?

    PITTS
    Si, Mr Feldman?

    MR. FELDMAN
    Ha qualcosa che vorrebbe
    condividere con tutti noi?

    PITTS
    (con sorrisetto compiaciuto)
    Sì…ho qualcosa che vorrei
    condividere…

    Risata fragorosa dalla fila di dietro. La campanella suona. La scuola e’ finita.

    MR. FELDMAN
    Forse domani, Mr Pitts…
    Qualcosa da attendere con ansia…

    La classe si alza, raccogliendo le proprie cose, chiacchierando tra sé, Mr Feldman già dimenticato.

    MR. FELDMAN (continuato)
    Continueremo da dove abbiamo
    lasciato… Sperando che alcuni
    di voi troveranno la traduzione
    di Mr. FiztGerald un po’ più degna
    della vostra attenzione…

    India scatta dalla sua sedia, precipitandosi verso la porta, tenendo i suoi libri davanti a lei come uno scudo.

    Pitts e il suo gruppo la guardano andare, ridendo.

    ESTERNO SCUOLA SUPERIORE DI MIDDLE BEND – GIORNO – CONTINUATO

    India esce dall’edificio in mezzo a una marea di studenti, una foglia smarrita nella corrente. Si ferma non appena vede chi c’e’ in attesa sul marciapiede.

    Scopriamo zio Charlie, appoggiato alla 450SL, indossa un nuovo paio di occhiali da sole tartarugati. Sembra davvero molto elegante.

    Mentre gli studenti accanto a lei si fermano a fissare (India parla, India parla con un ragazzo, India parla con un ragazzo con una macchina, ecc…) lei procede esitante.

    INDIA
    Cosa ci fai qui?

    ZIO CHARLIE
    Pensavo ti avrebbe fatto piacere un giro.

    INDIA
    Ma io prendo sempre il bus da scuola per tornare a casa.

    Lo sguardo di zio Charlie era impenetrabile da dietro gli occhiali da sole.

    INDIA (continuato)
    Sempre.

    ZIO CHARLIE
    (benevolo)
    Come vuoi tu.

    CAMBIO SCENA:

    ESTERNO MIDDLE BEND – GIORNO – CONTINUATO

    Un grande scuolabus giallo attraversa l’inquadratura, spingendosi in fondo alla strada.

    Un momento dopo la Mercedes attraversa l’inquadratura anch’essa, mantenendosi dietro, stessa velocità.

    CAMBIO SCENA:

    EST. TENUTA DEGLI STOKER – CANCELLI ANTERIORI – GIORNO – CONTINUATO

    Il bus si allontana, lasciando India davanti all’ingresso della tenuta. Da’ un’occhiata, vede la Mercedes al minimo nelle vicinanze.

    India si volta, camminando attraverso i cancelli e iniziando la lunga strada verso la casa.

    CAMBIO SCENA:

    EST. TENUTA DEGLI STOKER – IL VIALE – GIORNO - CONTINUATO

    India entra nell’inquadratura, arrancando nel viale tortuoso, sguardo diritto, trascinando con sé i suoi libri di scuola.

    La Mercedes entra nell’inquadratura dietro di lei, a passo d’uomo entrambi, stessa velocità.

    La carovana prosegue così per tutta la strada fino alla casa.

    Ci vuole un po’.

    CAMBIO SCENA:

    EST. RESIDENZA DEGLI STOKER – GIORNO - CONTINUATO

    India arriva al portico anteriore, e per la prima volta da quando e’ arrivata ai cancelli, guarda dietro di lei. Zio Charlie sta parcheggiando la macchina sul largo spiazzale davanti la casa.

    Lui scende, chiude la portiera, si appoggia sul cofano.

    ZIO CHARLIE
    E’ stato divertente. Dovremmo
    rifarlo domani.

    India entra in casa, sbattendo la porta d’ingresso.

    INIZIA IL MONTAGGIO – SCENE DEI GIORNI SEGUENTI

    EST. RESIDENZA STOKER – MATTINO – MONTAGGIO (I)

    La porta d’ingresso si apre, India esce, abbigliata per la scuola.

    Lei e’ diversi passi giù nel viale, quando la porta si apre di nuovo. Appare zio Charlie, con un sacchetto di carta marrone.

    ZIO CHARLIE
    Non dimenticare il tuo pranzo!

    INDIA
    (senza voltarsi)
    Io non pranzo.

    Lei continua a camminare. Zio Charlie continua a guardare.

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – INGRESSO – POMERIGGIO – MONTAGGIO (II)

    La porta d’ingresso si apre. India entra, tornata da scuola.

    Sentendo risate, lei va nella porta d’ingresso del soggiorno. Zio Charlie ed Evie sono seduti sul tappeto, stanno giocando un gioco da tavolo.
    Evie guarda su, vede sua figlia.

    EVIE
    India! Sto insegnando
    a tuo zio come giocare a
    Monopoli! E mi sta già
    battendo! Non e’ giusto…

    ZIO CHARLIE
    Perché non vieni a
    giocare con noi, India?

    EVIE
    (un po’ meno entusiasta)
    Si’, vieni a giocare…

    India si volta e percorre il corridoio, dritta in camera sua.

    CAMBIO SCENA:

    EST. RESIDENZA DEGLI STOKER – MATTINO – MONTAGGIO(III)

    La porta d’ingresso si apre, India esce, abbigliata per la scuola.
    Come lei percorre lo spiazzale sul davanti e inizia a scendere verso il sentiero –

    ZIO CHARLIE (fuori scena)
    Clarkia unguiculata. Anche conosciuta
    come “Addio alla Primavera.”

    India continua a camminare mentre INQUADRIAMO VERSO IL BASSO dal volto di lei al suolo, rivelando zio Charlie ginocchia e mani a terra. Sta lavorando lungo il viale, tutto sudato con le maniche rimboccate, impegnato a piantare bulbi primaverili.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    …Sono per tua madre.
    (dopo)
    Native della California, davvero,
    ma spero che possano prendere
    anche qui…

    India continua a camminare, occhi verso l’orizzonte, sparisce lungo il sentiero.

    Zio Charlie sorride tra sé, iniziando a scavare un nuovo buco.

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – SALA DA PRANZO – NOTTE – MONTAGGIO (IV)

    La porta a battente si apre. Zio Charlie, indossando il suo maglione blu navy, entra con la cena. Mentre la depone di fronte ad Evie –

    ZIO CHARLIE
    …A quanto pare Mrs.McGarrick
    ha detto a tutti che sarebbe fuggita
    con un altro uomo. Lui diceva che
    era solo questione di tempo…

    EVIE
    Buon per lei!
    (sorridendo alticcia)
    Sebbene devo ammettere
    che lei non mi e’ mai
    sembrata il tipo…
    (guardando alla sua sinistra)
    Forse India sapeva qualcosa
    che il resto di noi ignorava…

    Vediamo India seduta accanto a lei, silenziosa, dalla faccia di pietra mentre zio Charlie le versa alcuni fagiolini sul piatto.

    EVIE (fuori scena)
    Oh, Charlie – gratin dauphinois!
    Il mio preferito…

    CAMBIO SCENA:

    EST. RESIDENZA DEGLI STOKER – GIORNO – MONTAGGIO (V)

    La porta sul retro si apre. Evie esce sul terrazzo, portando una racchetta e indossando un completo bianco da tennis. Vede la figlia leggere un libro su una poltrona, prosegue oltre.

    EVIE
    Buon giorno, dormigliona!

    India e’ sveglia da ore, ma lascia perdere.

    EVIE (continuato)
    Charlie ha sistemato il campo
    ieri così ci accingiamo a proseguire…
    Dice che non ha mai giocato prima. Non
    e’ divertente?

    India la guarda soltanto.

    EVIE (continuato)
    Almeno non sarò quella
    a trovarsi in imbarazzo stavolta…
    (battito)
    Non vuoi venire, vero?

    ZIO CHARLIE (fuori scena)
    Sto indossando una cintura ma
    a parte quello, tutto mi sta a
    pennello!

    Evie ed India si voltano a guardare zio Charlie, in piedi davanti la porta, con addosso un completo da tennis di tre taglie più grande.

    EVIE
    Oh Charlie – sembri
    un bambino che gioca a
    travestirsi!

    ZIO CHARLIE
    Andrà bene!

    EVIE
    (a India)
    Gli ho dato alcune delle vecchie
    cose di tuo padre da indossare…
    Non ha senso che vadano perdute…

    ZIO CHARLIE
    Sei pronta?

    Evie saluta India con un cenno.

    EVIE
    Ciao, cara! Ci vediamo dopo…

    Anche zio Charlie le fa un cenno. Dimenticato il libro, India li guarda andare via per il prato posteriore.

    SENTIAMO SUONARE IL CAMPANELLO

    FINE DEL MONTAGGIO

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – INGRESSO – TRAMONTO

    India apre la porta d’ingresso, rivelando una donna dai capelli bianchi, in un ondeggiante caftano.

    Sta sorreggendo un vaso con gigli bianchi, e c’e’ un enorme valigia discretamente costosa ai suoi piedi. Dietro di lei un taxi sta appena imboccando il viale.

    India guarda la donna, un’espressione perplessa nel volto.

    ZIA GIN
    India! sono io, sciocchina!
    Vieni e da’ a zia Gin un
    abbraccio!

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – CUCINA – SERA – CONTINUO

    India siede nel suo sgabello all’isola, mentre GWENDOLYN “ZIA GIN” STOKER (sui 60, accogliente e vistosa) si mette comoda in cucina, il tintinnio dei suoi braccialetti d’oro suona molto come antiche monete.

    Il vaso di gigli e’ riposto vicino il lavello.

    ZIA GIN
    (accendendo una sigaretta)
    Adesso – per prima cosa le cose più
    importanti. Mi dispiace molto per tuo
    padre, cara. Sono sicura che questo
    deve essere un momento terribile per te.
    Lui era un uomo eccellente, sai.
    Un brav’uomo. Un gentleman.
    Un…un uomo tranquillo.
    Anche da bambino potevo constatare che
    il suo fascino era del tipo tranquillo. Non
    per dar spettacolo. Sotto la superficie.
    Discreto. Tuo padre poteva non essere
    particolarmente artistico, un uomo dalla
    grande dialettica, o un uomo particolarmente
    elegante ma lui era costante, e ti amava e tu
    eri fortunata ad averlo! Ero orgogliosa di
    averlo come nipote, non importa cosa mi
    hai sentito dire la scorsa volta…
    (puff, puff)
    Secondo – sono molto dispiaciuta di non
    essere stata presente al funerale. Avrei
    voluto essere qui, credimi, avrei voluto
    tanto essere qui ma a volte le vecchie
    ossa non collaborano…
    A volte i dolori sono così forti la mattina
    che desideri di alzarti e morire… un giorno
    mi capirai…se vivrai abbastanza da arrivare
    alla mia età…se sarai fortunata…
    (puff, puff)
    Terzo – dopo la mia ultima visita non ero
    sicura di essere pronta a stare nella stessa
    stanza con tua madre, ad essere franca.
    Lei sa essere molto perfida con quel suo
    essere snob …
    (vergognandosi)
    Perdonami cara – queste cose non
    dovrebbero essere discusse di fronte
    ai bambini… non e’ giusto e non e’
    leale… Noi dovremmo discutere di
    te, India! Di te! Dovremmo parlare
    della scuola e dei ragazzi, e del college
    e dei ragazzi del college! Adesso dimmi
    tutto!
    (dopo, ricordandosi)
    Ma prima dovrei davvero mettere
    questi cosi nell’acqua…
    (prendendo i gigli)
    Così fottutamente delicati…

    Zia Gin si girò verso India, fiori in mano.

    ZIA GIN (continuato)
    Allora…abbiamo un vaso, cara?

    ZIO CHARLIE (FUORI SCENA)
    Zia Gin.

    Zia Gin guarda verso la porta a battente verso la sala da pranzo.
    Lì vediamo zio Charlie, col suo completo da tennis.

    ZIA GIN
    Charles…

    I gigli scivolano dalle sue dita, il vaso frantumato sul pavimento.
    La terra scura si sparge dappertutto sulle piastrelle.

    ZIA GIN (continuato)
    Sei tornato.

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA STOKER – SALA DA PRANZO – NOTTE – PIU’ TARDI

    E dunque erano in quattro.

    Evie e’ a capotavola, zio Charlie alla sua destra, zia Gin alla sua sinistra, India spostata indietro di un posto. Di nuovo, la musica suona serenamente in sottofondo.

    EVIE
    Quando sei rientrata, Gwendolyn?

    ZIA GIN
    Credo siamo arrivato intorno alle 4.

    EVIE
    E quando riparti?

    Zia Gin riconosce la stoccata, la schiva.

    ZIA GIN
    Questo resta da vedere.
    (con un’occhiata a sua nipote)
    Originariamente pensavo di
    restare solo un giorno o due,
    ma adesso sto pensando che
    dovrei rimanere più a lungo…
    passare dei momenti in compagnia.
    Di India.

    EVIE
    Che bello per lei.

    La conversazione muore. Il nulla a parte il rumore delle posate.

    ZIA GIN
    Charles…

    ZIO CHARLIE
    Si, zia Gin?

    ZIA GIN
    Da quanto tempo sei tornato?

    ZIO CHARLIE
    Da non molto.

    ZIA GIN
    E per quanto tempo pensi ti fermerai?

    ZIO CHARLIE
    (strizzandole l’occhio)
    Questo resta da vedere.
    Vedi, originariamente pensavo di
    restare solo un giorno o due,
    ma adesso sto pensando che
    dovrei rimanere più a lungo…
    passare dei momenti in compagnia.
    Di Evie.

    Sentito il suo proprio discorso rilanciatole, zia Gin sembra momentaneamente sconcertata.

    EVIE
    (ridendo)
    Oh Charlie…ti piace stuzzicare!

    Le mette una mano sulla sua per poco, si rivolge a zia Gin.

    EVIE (continuato)
    La verità e’ che ci siamo abituati
    ad avere Charlie intorno. Cucina,
    pulisce…e’ stato una manna dal cielo
    durante un momento molto difficile.

    ZIA GIN
    Posso immaginare…

    Di nuovo, la conversazione langue.

    PRIMO PIANO sul viso di India, occhi guizzanti intorno al tavolo, consapevole di una strana tensione.

    Zia Gin fa un profondo respiro, si lancia sulla breccia.

    ZIA GIN (continuato)
    Evie, cara… dopo cena, stavo
    pensando che forse tu e io
    potremmo avere… un momento
    per noi.

    EVIE
    Per cosa? Intendo dire – perché?

    ZIA GIN
    Oh, sai…per parlare.

    EVIE
    Di cosa?

    ZIO CHARLIE
    Qualcuno vorrebbe un dessert?

    ZIA GIN
    Di un po’ di cose…
    Sai…come… come Richard,
    per esempio.

    EVIE
    Richard?

    ZIA GIN
    (sempre più impaziente)
    Si, Evie – Richard. Mio nipote.
    Il tuo ultimo marito.

    EVIE
    So chi e’ Richard – chi era –
    Gwendolyn. Non credo che lo
    dimenticherò tanto presto.

    ZIA GIN
    Certo che no. Ho solo
    pensato che ci potrebbero
    essere… - non so – delle
    sistemazioni che debbano
    essere fatte.

    ZIO CHARLIE
    Ho fatto una torta d’acero
    proprio questo pomeriggio.

    EVIE
    “Sistemazioni”?

    ZIA GIN
    Si – sistemazioni. Cose
    da regolare.

    EVIE
    Non c’e’ niente da regolare,
    zia Gin. Non c’e’ niente da
    sistemare. Tutto e’ stato già
    deciso.

    ZIA GIN
    Si, naturalmente cara. Non
    intendevo suggerire diversamente.

    ZIO CHARLIE
    E’ la mia preferita…

    EVIE
    Lo so cosa intendevi,
    zia Gin…

    ZIO CHARLIE
    …da quando ero piccolo…

    EVIE
    Zia Gin non dice quel che
    non vuole dire…

    ZIO CHARLIE
    Una vera delizia…

    EVIE
    Zia Gin non e’ timorosa
    quando viene a esprimere
    le sue opinioni su e/o intorno
    a me. E’ una delle sue più grandi
    qualità… Ma zia Gin potrebbe
    rimanere sorpresa di sapere che
    le sue opinioni non sono ne’ volute,
    ne’ richieste, ne’ apprezzate…

    ZIO CHARLIE
    Evie…

    EVIE
    Si, suppongo che questo possa
    essere per te uno shock, ma noi
    ce la stavamo cavando proprio
    bene prima che ti precipitassi qui
    dalla soleggiata California…e credo
    che ce la caveremo ugualmente bene
    appena te ne sarai andata via!

    Zio Charlie le prende la mano, ma lei l’allontana di scatto.

    ZIO CHARLIE
    Evie, sono sicuro zia Gin
    non intendeva nulla di
    tutto questo.
    (verso zia Gin)
    Non intendevi niente di tutto
    questo, non e’ così?

    ZIA GIN
    No…
    (verso Evie; sincera)
    No, naturalmente no,
    Evie cara.

    ZIO CHARLIE
    Bene questo chiarisce la cosa.
    Nessuno intendeva turbarti, Evie.
    Nessuno intendeva dire niente per niente.
    Allora… chi vuole il dolce?

    Evie si allontana dal tavolo bruscamente, frantumando il suo piatto sul pavimento.
    Si ferma, si alza in piedi e se ne va.

    C’e’ una lunga pausa.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    India…vorresti suonare qualcosa
    per noi dopo cena?

    INDIA
    No grazie.


    CAMBIO SCENA:

    EST. RESIDENZA DEGLI STOKER – NOTTE – PIU’ TARDI

    Zia Gin sta per salire su un taxi che attende. Zio Charlie mette la sua valigia nel bagagliaio. India e’ sui gradini d’ingresso della casa.

    ZIO CHARLIE
    Sei sicura che non vuoi
    rimanere qui stanotte?
    Noi abbiamo un sacco di stanze.

    ZIA GIN
    (notando il “noi”)
    No, Charles. Starò perfettamente
    bene al motor inn. Loro sanno
    quale stanza preferisco…

    Zio Charlie chiude il bagagliaio, si avvicina a zia Gin, le da un caloroso abbraccio.

    ZIA GIN (continuato)
    Oh…Um…Grazie. Buonanotte,
    Charles. Fa il bravo ragazzo, va bene?

    Lui si allontana da lei.

    ZIO CHARLIE
    Buonanotte, zia Gin. Dormi bene.

    ZIA GIN
    Si…
    (indietreggiando, rivolgendosi a India)
    India, cara, di’ a tua madre che tornerò
    domani mattina. Magari potremmo fare
    colazione insieme…Solo noi ragazze…
    Non suona divertente?

    INDIA
    Ho la scuola domani, zia Gin.

    ZIA GIN
    Oh…Beh, dillo a tua madre comunque…
    per favore. Buonanotte, cara.

    ZIO CHARLIE
    Buonanotte!

    Zia Gin sale sul taxi. Zio Charlie saluta con un cenno. Appena la macchina imbocca il viale, zia Gin guarda indietro dal lunotto posteriore; vede zio Charlie in piedi accanto a India sui gradini, entrambi retro-illuminati dalla porta aperta dietro di loro.

    Due figure oscure.

    Gli occhi di zia Gin si riempiono di paura.

    CAMBIO SCENA:

    EST. MOTOR INN DI MIDDLE BEND – NOTTE

    INQUADRATURE della migliore sistemazione della città per forestieri.

    Si tratta di una base a un piano a forma di L con piscina, del tipo in cui gli ospiti parcheggiano a tre piedi dalla propria stanza. Un’insegna al neon con scritta “Vacancy” lampeggia sul marciapiede. Tutto e’ assolutamente tranquillo a quest’ora, nessuna luce dalle finestre tranne quella dall’ufficio del manager.

    Un solo lampione balugina dall’alto sulla strada.

    INTERNO MOTOR INN DI MIDDLE BEND – CAMERA DI ZIA GIN - NOTTE

    UNA SERIE DI INQUADRATURE:

    Zia Gin a letto sveglia, al buio, col copriletto in multi fibra fino al mento. Si mette seduta, adocchia la sua borsa sul comò della stanza. Si sdraia nuovamente.

    Zia Gin in piedi davanti al comò, guarda dentro la borsa.

    Zia Gin che accende la luce, che guarda nella sua borsa di nuovo.

    Zia Gin che rovescia il contenuto della borsa sul letto.

    Zia Gin che prende il telefono nero a rotella dal comodino.

    Zia Gin al telefono.

    ZIA GIN
    Pronto? Pronto, si. Sono nella
    stanza numero 307… Si - “quella con
    vista sulla piscina.” Ascolti, mi
    chiedevo se qualcuno avesse trovato
    un telefono cellulare. Penso potrebbe
    essermi caduto mentre stavo facendo il
    check-in… No? E lei ne e’ assolutamente
    certo? Va bene, allora… Oh aspetti – quanto
    costa fare una chiamata urbana dalla mia stanza?
    Oh. Oh, non e’ poi tanto caro… Si, si lo so che
    e’ tardi…
    (alza gli occhi)
    Si, certamente lo prenderò in considerazione
    se dovessi decidere di chiamare qualcuno…
    Grazie…Buonanotte!

    Riaggancia, prende le sigarette.

    ZIA GIN (continuato)
    Buon dio questo posto…

    UN’ALTRA SERIE DI INQUADRATURE

    Zia Gin che cammina per la stanza, sigaretta accesa a vuoto. La spegne in quello che e’ diventato un posacenere colmo di mozziconi. Smette di passeggiare, guarda il telefono.

    Zia Gin a letto, al buio, che guarda un vecchio film in tv, la luce della tv riflessa sul suo volto. Rosalind Russel e Cary Grant che battibeccano e flirtano a modo loro in “La signora del venerdì”. Zia Gin non sente una parola, si volta, guarda il telefono di nuovo.

    Zia Gin che accende la luce, prende il telefono, inizia a comporre il numero. Nessun segnale di linea. Controlla di nuovo. Niente.

    Zia Gin che mette il telefono giù lentamente, sempre più preoccupata. Guarda verso la porta della stanza del motel.

    ESTERNO MOTOR INN DI MIDDLE BEND – MEZZANOTTE – CONTINUO

    La porta della stanza 307 si socchiude. Zia Gin fa capolino, si guarda intorno.

    La porta si apre un po’ di più. Sporge la sua testa più avanti.

    IL SUO PRIMO PUNTO DI VISTA: verso sinistra, l’ufficio del manager. Le finestre sono ora al buio.

    IL SUO SECONDO PUNTO DI VISTA: verso destra, un telefono pubblico, di fronte al parcheggio davanti la sua camera.
    Zia Gin si guarda intorno di nuovo. Via libera. Quindi si mette in cammino verso l’ufficio del manager. Raggiunge la porta, cerca la maniglia. Chiusa a chiave.

    Frustrata, si gira, guarda indietro verso la sua camera. La porta e’ ancora socchiusa. Si vede la luce della tv tremolare lì dentro.

    Zia Gin guarda verso il telefono pubblico, oltre il parcheggio. Riflette un momento. Ormai arrivata fin lì, tanto vale continuare.

    Inizia a camminare verso la cabina telefonica, niente illumina il tragitto eccetto quel lampione sul marciapiede, col suo bagliore opaco fluorescente.

    Man mano cammina prende velocità, si volta a destra e a sinistra, le sue vecchie pantofole da signora fanno piccoli suoni schioccanti sull’asfalto.

    Raggiunge il telefono pubblico perlomeno, a corto di fiato.

    Zia Gin solleva la cornetta, inizia a digitare…

    E UNA LUNGA OMBRA RICADE SULLA TASTIERA.

    Lei si gira lentamente, a bocca aperta, espressione del volto raggelata.
    Un basso gemito fuoriesce.

    RIMANIAMO su zia Gin mentre una mano d’uomo entra nell’inquadratura, e cautamente prende la cornetta dalle sue dita tremolanti.

    SUONI DI SEGNALE DI LINEA LIBERA SU UNA SERIE DI INQUADRATURE.

    Il motel.

    Il lampione.

    Il parcheggio.

    La piscina.

    La porta della stanza 307.

    Un sandalo che giace sulla grondaia.

    Il telefono pubblico, la cornetta ancora che pende dal suo cavo.

    Sentiamo un messaggio registrato, molto debole, come se venisse dalla luna: SE SI DESIDERA FARE UNA CHIAMATA, SI PREGA DI RIAGGANCIARE E DIGITARE NUOVAMENTE… SE SI DESIDERA FARE UNA CHIAMATA, SI PREGA DI RIAGGANCIARE E DIGITARE NUOVAMENTE…

    L’ultima inquadratura e’ l’insegna “Vacancy” che si accende e spegne a intermittenza, sul marciapiede.

    LENTA DISSOLVENZA AL NERO.

    CAMBIO SCENA:

    ESTERNO SCUOLA SUPERIORE DI MIDDLE BEND – IL GIORNO DOPO – POMERIGGIO

    LENTA DISSOLVENZA D’APERTURA

    Gli uccelli cinguettano e il sole splende. Il suono della campanella mentre gli studenti
    irrompono attraverso l’uscita principale. Ragazzi che ridono e si chiamano l’un l’altro, diretti verso casa.

    India non e’ tra loro.

    Vediamo lo zio Charlie che aspetta sul marciapiede con l’auto, ma di India non c’e’ traccia.

    EST. SCUOLA SUPERIORE DI MIDDLE BEND – PORTA LATERALE - CONTINUO

    In fondo alla strada rispetto all’uscita principale della scuola, una porta si apre.

    India fa capolino, si guarda intorno. La porta si apre un po’ di più. Sporge la sua testa più avanti, vede zio Charlie che aspetta con l’automobile lungo la strada, che non sta guardando verso di lei.

    India velocemente sguscia via dalla porta laterale, capo chino, camminando nella direzione opposta. Svoltando un angolo, si fa strada giù per un vicolo stretto di servizio dietro la scuola.

    E allora si ferma. C’e’ qualcosa più avanti, qualcosa verso il quale non le piace guardare.

    Ma non può tornare indietro nella direzione opposta, non con zio Charlie lì che aspetta.

    Dunque, prendendo un profondo respiro, India decide di proseguire.

    Si dirige giù per il vicolo di servizio, decisa a proseguire. Mentre lei prosegue noi ruotiamo intorno a lei e vediamo Pitts e il suo gruppo, che oziano sul gradino della porta di servizio della scuola.

    Lei sta camminando proprio verso di loro.

    Stringe più forte i suoi libri, sforzandosi di guardare diritto, sforzandosi di non correre…

    E li supera.

    E proprio quando pensiamo che se ne sta per liberare –

    PITTS
    Hey, Stoker!

    India lancia un’occhiata oltre la sua spalla ma non si ferma. Quando si gira nuovamente, uno dei bulli e’ proprio di fronte a lei.

    India cerca di muoversi intorno a lui, ma lui si muove a sinistra quando lei si muove a sinistra, si muove a destra quando lei si muove a destra.

    PITTS (continuato)
    Hey, Stoker! Sto parlando
    con te! O vai dalla “Stroker”/(*Masturbatrice) ora?
    Perche’ sento che e’ quello che sta facendo
    tua madre…a tuo zio.

    I ragazzi fanno una risata cavallina.

    PITTS (continuato)
    Dimmi una cosa, “Stroker”/(*Masturbatrice)
    - c’entri anche tu in tutto questo?

    E allora, con loro grande sorpresa e diletto, India si gira. In dodici anni di scuola insieme lei non aveva mai detto una parola ad nessuno di loro.

    Le cose stanno per cambiare.

    INDIA
    Che cosa hai detto?

    I ragazzi iniziano a fischiare, entusiasti che finalmente hanno ottenuto una reazione da lei. Si sta mettendo bene.

    PITTS (beffardo)
    “Che cosa hai detto?”
    (ammiccando in modo suggestivo)
    Penso che mi hai sentito, Stroker (*Masturbatrice)

    Altre risate.

    India sale le scale, in modo che può stare faccia a faccia con Pitts (proprio come qualcuno le insegnò).

    Lei può vedere la vena pulsargli sotto l’occhio destro. Può sentire il suo alito di Doritos.

    INDIA
    Ripetilo.

    Urla gioiose dalla tribuna degli sciocchi. Le cose si stanno mettendo sempre meglio.

    Sorpreso, pubblicamente sfidato, Pitts fa un passo verso la gentile India e le si piazza davanti. E’ l’ora di far pendere la bilancia.

    PITTS
    Penso faresti meglio a stare
    attenta a quello che fai, “Stroker”/(*Masturbatrice)
    Sai cosa succede alle ragazzine che cercano di
    fottermi?
    (battito)
    Vengono fottute.

    Pitts sorride, fa come se stesse per andarsene, quindi torna indietro e TIRA UN PUGNO, fermandosi a mezzo pollice dalla faccia di India.

    India non indietreggia. Nemmeno un poco.

    E proprio in quel momento Pitts vede passare qualcosa dietro gli occhi di lei, un barlume che gli fa fare un piccolissimo passo indietro.

    WHIP (fuori scena)
    Ok Pitts… basta.

    E’ Whip, apparso dal nulla. Sale le scale senza fretta, disinvolto, per venire a mettersi a fianco a loro.

    PITTS
    Vaffanculo, Whip…

    Whip non e’ più grosso di Pitts, ma la carta da leader e’ ancora sua da giocare.

    Whip
    Segui la palla che rimbalza, idiota –
    lei non e’ interessata

    Incazzato, segretamente sollevato, gli viene offerta una strategia per tirarsene fuori, Pitts sputa fuori un sorriso amaro e comincia ad allontanarsi.

    PITTS
    Si – come se mi piacesse
    perdere il mio tempo con questa puttana…

    Si ritira, velocemente, dando a India uno sguardo pieno d’odio (e forse anche un po’ impaurito). I suoi amici lo seguono.

    Whip li guarda andare, si gira verso India.

    Whip
    Mi dispiace… e’ una
    testa di cazzo, okay? Ignoralo e basta.

    Lui sta quasi per cambiare marcia, sta per condurre la conversazione verso argomenti più interessanti, ma India si allontana.

    Whip (continuato)
    Hey! Dove vai?

    Ma lei e’ già a metà del viottolo, e non si volta indietro.

    Whip (continuato)
    Prego!

    RIMANIAMO sulla faccia di Whip, intrigato.

    CAMBIO SCENA:

    INTERNO RESIDENZA DEGLI STOKER – SALOTTO – POMERIGGIO – PIU’ TARDI

    India e’ al piano, mani bloccate sui tasti.

    E’ completamente da sola. Niente Evie, niente zio Charlie, niente Mrs. McGarrick. Nessuno. Non un suono dal resto della casa.

    PRIMO PIANO sulla normalmente placida faccia di India, adesso increspata dai più piccoli tremiti.

    Dopo un momento, inizia a suonare. E’ la stessa canzone dell’inizio, quella che suonava prima del funerale di suo padre.

    Ma questa volta la sua esibizione e’ esitante, insicura. Sbaglia le note, una dopo l’altra.

    India si ferma, ricomincia. Di nuovo, le sue dita la tradiscono. Non e’ venuta questa volta.

    Si ferma, ingoia con forza, come se ci fosse qualcosa catturato nella sua gola. (Lacrime? Un urlo?)

    India chiude gli occhi.

    Quando li apre, zio Charlie e’ in piedi accanto al pianoforte.

    Senza dire nulla, si siede accanto a lei.

    E inizia a suonare. Magnificamente.

    E’ lo stesso pezzo che India stava suonando un momento prima.

    Ma questa volta e’ diverso. Questa volta risuona di passione e sentimento. Emozione.

    India sta lì, incantata, ascolta quel pezzo come se non l’avesse mai sentito prima.

    Alza lo sguardo, guardando dalle dita di zio Charlie al suo volto. Sembra rapito dalla musica, completamente assorbito.

    Non l’ha guardata nemmeno una volta.

    Allora India guarda verso il basso, dispone le dita sui tasti, e inizia a suonare.

    Dapprima era un po’ incerta, guardinga, improvvisando un’armonia tranquilla per la sua melodia.

    Ma prende confidenza velocemente, la loro strana collaborazione sta evolvendo rapidamente in qualcosa senza sforzo e organico. Un pezzo minore per due mani che diventa un pezzo maggiore per quattro…

    La musica comincia un crescendo… il tempo comincia ad accelerare…

    India sente che la sua temperatura inizia a salire…ruba un altro sguardo a zio Charlie…

    Lui sta martellando lungo i tasti, impegnato con accordi di spartitura così intrecciati, così intimi che lei non saprebbe dire dove le loro linee terminano ed iniziano…

    India abbassa di nuovo lo sguardo, dimenticando adesso zio Charlie completamente, e le loro mani pattinano lungo la tastiera…sempre più velocemente… carezzevoli e suadenti, lancinanti e intransigenti…

    E’ romantico e turbolento, implacabile – qualcosa che Philip Glass potrebbe improvvisare durante una violenta bufera…

    E dunque si imbattono contro e attraverso i culminanti accordi finali… il loro mantenere le note in modo congiunto riverbera per tutta la casa…

    E poi e’ finita.

    India toglie le mani dalla tastiera, gentilmente, come se la testiera potesse rompersi.

    Stanno seduti in silenzio per un momento, finché lui si volta verso di lei, e aspetta che lei lo guardi.

    ZIO CHARLIE
    Grazie.

    E se n’e’ andato.

    India resta da sola. Sudata. Scossa.

    Abbassa lo sguardo verso il punto sulla panca dove zio Charlie era seduto un secondo prima…

    PANORAMICA VERSO IL BASSO dal viso di India venendoci a posarci su una piccola manciata di terra, sparsa per il cuscino di velluto.

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – SALOTTO – NOTTE – PIU’ TARDI

    India si sveglia di soprassalto sul sofà rivestito di chintz nel salotto. I suoi occhi sono frastornati, la sua fronte umida. E’ buio. Guarda il suo orologio. 8 in punto.

    Allora India inclina la testa verso la porta, in ascolto. Sentiamo della musica.

    Qualcuno canta.

    India va nell’ingresso, la musica diventa più alta. Sembra provenga dal retro della casa. Jo Stafford che canticchia “No other love”. Datata. Sdolcinata. (E bella).

    India entra nella sala da pranzo, vede la luce accesa da sotto la porta battente della cucina. Si avvicina in punta di piedi alla porta, sente la musica provenire dall’interno.

    La spinge per aprire uno spiraglio, e vede sua madre e zio Charlie ballare un lento in cucina.

    India li guarda mentre fanno un giro intorno all’isola, perduti nel loro mondo, una radiolina a transistor suona sul bancone.

    Evie ha la testa sulla spalla di zio Charlie. I suoi occhi sono chiusi, la sua espressione e’ serena.

    Le braccia di zio Charlie stanno decise attorno alla vita di Evie, tenendola stretta. Lui sembra sognante, lontano…

    FINCHE’ NON GUARDA DIRITTO VERSO DI LEI.

    India sussulta lasciando che la porta a battente si chiuda. Si allontana, svoltando e correndo, fuggendo oltre l’oscurità’.


    CAMBIO SCENA:

    ESTERNO MIDDLE BEND – GOLDY’S GRILL – NOTTE – PIU’ TARDI

    Una vera e propria rosticceria, di quelle che troveresti lungo la Route 1 nel Jersey.
    L’unico posto alla moda per adolescenti in tutta Middle Bend. “Goldy’s Grill” e’ scritto in neon rosso lungo il tetto.

    La campanella sulla porta tintinna mentre Whip e una coppia di amici escono. Sono a metà strada nel parcheggio quando –

    INDIA (fuori scena)
    Whip.

    Vediamo India, in piedi di lato a un’area del parcheggio, semi-nascosta nell’ombra. Sorpreso, Whip si ferma, sorride, le va incontro.

    WHIP
    Hey, cosa ci fai qui?

    INDIA
    Ho pensato di…fare un salto,
    non sono mai stata qui prima d’ora.

    WHIP
    Ma davvero.

    Uno dei suoi amici ridacchia. Whip si volta verso di loro.

    WHIP (continuato)
    Ci vediamo domani.

    Aspetta che iniziano a muoversi verso le loro macchine, si rivolge verso India.

    Whip (continuato)
    Quindi… vuoi andare dentro?

    INDIA
    No.

    CAMBIO SCENA:

    EST. MIDDLE BEND – PARCO – NOTTE – CONTINUO

    India e Whip passeggiano lungo un sentiero fittamente alberato, l’insegna del “Goldy’s Grill” adesso e’ in lontananza, sopra le cime degli alberi dietro di loro.
    Prendono il loro tempo, lungo la via tortuosa verso un parco giochi nel mezzo del parco.

    Soffia una brezza. Le stelle brillano. Suoni notturni tutto intorno a loro.

    WHIP
    Mi hai colto alla sprovvista.
    Prima, intendo…

    India cammina con lo sguardo verso terra.

    WHIP (continuato)
    Sbucando dal parcheggio di Goldy’s…
    non sembra da te.

    INDIA
    Non che tu mi conosca bene.

    WHIP
    No, hai ragione…non ti conosco bene.
    E’ solo che mi hai colto di sorpresa, ecco tutto.

    INDIA
    Si…so cosa intendi.

    WHIP
    Oh davvero? Come mai?

    Hanno raggiunto il parco giochi adesso, si avvicinano a una giostra girevole di metallo, dipinta di rosso. India si siede su di essa. Usando un piede, mette sé stessa e la giostra in moto.

    Quando finalmente parla, le sue parole sono esitanti, incerte. Anche se lontana dal non essere sofisticata, sembrerebbe che esaminare sé stessa non sia il suo passatempo preferito.

    A differenza dei suoi coetanei, India non e’ chiaramente abituata a misurare la sua temperatura emotiva ogni cinque minuti, per non parlare di condividere i risultati con strani ragazzi al parco.

    Eppure eccola. Al parco. Con uno strano ragazzo.

    INDIA
    Qualcuno ti ha mai mostrato una tua foto, scattata
    quando non sapevi di essere fotografato? E sei tu…
    ma sei tu da un’angolazione che tu non hai mai
    visto prima… un’angolazione che non puoi vedere
    quando ti guardi allo specchio…

    La giostra continua il suo modesto giro, portando India a un giro completo.

    INDIA (continuato)
    Sei tu ma non sembri tu.
    E pensi “Questa sono io. Questa sono…
    anche io. Sai…sai di cosa sto parlando?

    Lei lo guarda in modo interrogativo, come se si chiedesse se loro possibilmente potessero parlare la stessa lingua.

    WHIP
    Si, penso di si…

    India rabbrividisce, e non per il freddo.

    INDIA
    Beh, e’ come mi sento
    Stasera. Stupefatta…di me stessa.

    WHIP
    Huh.

    Whip ferma la giostra delicatamente appena lei gli passa vicino. India lo guarda negli occhi, reggendo il suo sguardo.

    WHIP
    Sono felice che ti senti di
    condividere queste cose con me…

    INDIA
    (battito)
    Ti prego, non rovinare tutto.

    IMPROVVISO CAMBIO SCENA:

    EST. MIDDLE BEND – PARCO – NOTTE – CONTINUO

    Whip si imbatte all’indietro contro un albero.

    India si avvicina, baciandolo profondamente. Di nuovo.

    Si sono allontanati dal piccolo parco giochi adesso, verso il bosco. Dove e’ buio. Intimo.

    India si spinge verso di lui, percependo la sue labbra sulle sue, le sue mani intorno la sua vita.

    Lei e’ all’erta su tutto – la terra sotto i suoi piedi, la corteccia dietro la schiena di Whip, il calore dei loro corpi, il tepore dei loro respiri, la freschezza dell’aria notturna sulla loro pelle…

    E’ un sovraccarico sensoriale. Troppo e mai abbastanza, tutto allo stesso tempo.

    Whip geme lievemente, completamente messo al tappeto da questa ragazza.

    E allora India morde le sue labbra. Con forza. Facendole sanguinare.

    WHIP
    Ow! cazzo!

    Whip sposta la sua testa di scatto, mette le dita sulla sua bocca ferita.

    La fissa, incredulo. Anche India lo fissa con una quasi identica espressione.

    WHIP (continuato)
    Cazzo, mi hai morso…
    (dopo, quasi in soggezione)
    Porca puttana…tutti dicono che sei
    pazza – pazza da legare…
    Ma non ne hanno una fottuta idea, vero?

    Quindi sorride con malizia, si rimette in carreggiata, schiacciando la sua bocca sanguinante contro quella di lei…

    India indietreggia, la magia si e’ spezzata qualunque cosa fosse, adesso e’ qualcosa di completamente diverso…

    INDIA
    No… ti prego, Whip…
    Credo che voglio andare a casa adesso…

    Si contorce, lottando per liberarsi…

    INDIA (continuato)
    Ti prego, Whip…lasciami andare…
    Ho detto lasciami andare!

    Ma Whip non ne vuol sapere. La stringe ancora più forte, la sua voce e’ un sussurro minaccioso…

    WHIP
    Oh no non l’hai detto…
    (risata)
    Hai aperto questa porta…e
    adesso l’attraversi…

    INDIA S’IMPENNA ALL’INDIETRO E LO COLPISCE BRUTALMENTE IN FACCIA, facendogli battere la testa contro l’albero…

    Si libera, ansimante, voltandosi per correre verso il parco giochi…

    MA WHIP L’AFFERRA DA DIETRO, la getta a terra sull’erba, la gira supina…

    India si lascia andare a un urlo da far gelare il sangue…

    Non di terrore, ma di furia…

    WHIP (continuato)
    (mettendole una mano sulla bocca)
    Ssssh…zitta…

    La blocca con il suo corpo. Sorride…

    WHIP (continuato)
    Scommetto che sei davvero
    sorpresa adesso, vero?

    India tira calci e graffia tutto il tempo, un animale selvaggio che lotta per la sua vita. Niente pianti. Niente lacrime. Il suo volto e’ contorto dalla rabbia e dallo shock…

    E’ una guerriera, ma una guerriera che ha fatalmente fatto male i conti riguardo la sua lotta.

    Sono faccia a faccia adesso, la mano di Whip e’ sulla sua bocca…

    WHIP (continuato)
    Preparati…farà male.

    Whip va verso il basso con l’altra mano libera, va giù per alzarle la gonna e abbassare la zip dei suoi jeans.

    India stringe gli occhi chiusi, preparandosi per l’impensabile …

    QUANDO IMPROVVISAMENTE LUI COLLASSA SU DI LEI.

    WHIP SUSSULTA UNA VOLTA, DUE VOLTE, QUINDI GIACE IMMOBILE.

    India apre gli occhi, chiedendosi come mai si e’ fermato, come mai non si muove, come mai e’ stata risparmiata.

    Allora, soffocando sotto il peso di lui, lo spinge via da lei.

    Si siede lentamente, confusa. India guarda Whip che giace immobile sull’erba. Quindi si guarda le mani.

    SONO COPERTE DI SANGUE. E’ ovunque.

    India guarda di nuovo verso Whip. Questa volta vede che la sua testa e’ stata sfondata lateralmente.

    E’ MORTO.

    Guarda verso l’alto. C’e’ qualcuno in piedi vicino a lei, che si staglia contro le stelle…

    ZIO CHARLIE…

    Con disinvoltura lascia cadere a terra un grosso ramo, la cui parte inferiore e’ scura e umida del sangue di Whip.

    E’ un momento shoccante, teso. Si guardano l’un l’altro, facendo le proprie supposizioni e valutazioni.

    Dopo, finalmente –

    ZIO CHARLIE
    Ingenua…davvero ingenua.
    (battito)
    Hai molto da imparare, signorina…

    Le allunga una mano, le sue dita scivolano su quelle di lui, e lui la tira verso di sé.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Adesso aiutami col corpo.

    IMPROVVISO CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – BAGNO DEL PIANO DI SOPRA – NOTTE – PIU’ TARDI

    Sentiamo il rumore di acqua che scorre.

    PRIMO PIANO SU piastrelle bianche accecanti. Spesse e limpide.

    MONTAGGIO INCROCIATO CON FLASHBACK DELLE ORE SUCCESSIVE L’OMICIDIO DI WHIP

    PRIMO PIANO SU un paio di mocassini da uomo, che si fanno strada attraverso il sottobosco, nella tarda notte…

    Pochi secondi dopo, un paio di scarpe a sella bianche e nere entra nell’inquadratura, seguendo a ruota…

    PANORAMICA VERSO L’ALTO che rivela Zio Charlie e India che camminano in tandem…

    Il corpo di Whip a tracollo sulle spalle di zio Charlie, come un sacco di grano…

    Entrambi sono silenziosi e allerta, completamente concentrati sul lavoro in corso…

    PRIMO PIANO SU un’incontaminata asciugamano bianca (anch’essa spessa e pulita), che viene distesa con cura sulle piastrelle bianche…

    India seduta vicino al corpo sul ciglio di una buia strada, le ginocchia al petto…

    Improvvisamente viene accecata dai fari…c’e una macchina che arriva…

    PRIMO PIANO SU un paio di sudice scarpe a sella bianche e nere pesantemente incrostate di sporcizia e sangue secco, che fanno un passo proprio al centro dell’asciugamano bianca…

    India si alza lentamente mentre la Mercedes si spinge sul lato della strada…

    Zio Charlie scende dalla macchina, prende una spessa coperta di lana dal bagagliaio…

    PRIMO PIANO sulle mani di India, incrostate di sporco, che entrano nel fotogramma, iniziando a slacciare la prima scarpa a sella…

    Zio Charlie e India avvolgono il corpo di Whip nella coperta…

    PRIMO PIANO sulle mani di India mentre inizia a slacciare la seconda scarpa…

    Zio Charlie e India caricano il corpo nel bagagliaio, chiudendo lo sportello…

    PRIMO PIANO sulle mani di India mentre si sfila una calza bianca dopo l’altra, entrambe umide di sangue e terra…

    Zio Charlie e India in macchina lungo la strada, senza parlare, entrambi guardano diritto davanti a loro…

    PRIMO PIANO SU una gonna sporca, mentre atterra sull’asciugamano, cadendo intorno ai piedi nudi di India…

    Zio Charlie e India arrivano al cancello principale della residenza degli Stoker…

    PRIMO PIANO SU una camicetta lacera e insanguinata, anch’essa atterra sull’asciugamano, vicino alla gonna…

    L’automobile accosta, da qualche parte sul lungo tratto dal cancello alla casa…

    PRIMO PIANO SU reggiseno e mutandine bianche, che scivolano sull’asciugamano anch’essi…

    Zio Charlie e India sollevano il corpo di Whip dalla macchina…

    Zio Charlie ritorna nel bagagliaio, tirandone fuori una pala, sorprendentemente pronta…

    India gli lancia un’occhiata…

    PRIMO PIANO sui piedi nudi di India, che fanno un passo fuori dall’asciugamano, ritornando sulle piastrelle…

    Zio Charlie trasporta il corpo attraverso il boschetto, India lo segue dietro, pala in mano…

    Le stelle splendono in alto mentre loro si fanno strada…

    PRMO PIANO sulle mani di India, mentre ripiega scarpe, vestiti, calze dentro l’asciugamani, facendone di essi un fagotto ordinato…

    Zio Charlie e India in profondità all’interno del bosco, depongono Whip sul suolo…

    INQUADRATURA LARGA su una tenda per doccia, chiusa, una piccola figura delineata dietro di essa…

    Rumore della doccia in funzione…

    India nota quelle che sono senza dubbio due tombe fresche…

    FLASH DI MRS MCGARRICK NEL CONGELATORE…

    FLASH DI ZIA GIN ALLA CABINA TELEFONICA CHE SI VOLTA LENTAMENTE…

    India guarda zio Charlie…

    Zio Charlie sostiene il suo sguardo, dopo finalmente si volta, per scegliere un nuovo punto sul terreno, e inizia a scavare…

    INQUADRATURA IN MOVIMENTO CHE SI STRINGE sulla tenda della doccia…

    India seduta contro il tronco di un albero, mentre guarda zio Charlie scavare la tomba di Whip …

    Il lavoro e’ intenso e fisico… primitivo…

    Mentre fa vacillare la pala verso l’alto, zio Charlie sembra possente e terrificante, come un dio…

    INQUADRATURA PIU’ STRETTA sulla tenda della doccia…

    Rumore della doccia in funzione e adesso anche di qualcos’altro…

    Zio Charlie e India rotolano il corpo di Whip dentro la fossa…

    Zio Charlie porge la pala a India…

    INQUADRATURA RAVVICINATA sulla tenda della doccia…

    Sembra che qualcuno stia singhiozzando…

    India prende la pala, iniziando a riempire il buco…

    Zio Charlie la guarda, le mani profondamente in tasca…

    PASSANDO ATTRAVERSO la tenda della doccia dentro la doccia stessa…

    Muovendoci attraverso le nuvole di vapore…

    Riveliamo India, spalle alla telecamera…

    La Mercedes accosta alla casa, a fari spenti…

    PIU’ VICINO su India, curva sotto la doccia, un braccio appoggiato contro le piastrelle come supporto…

    India scende dalla macchina, incrostata di sporco, uno sguardo nei suoi occhi come se fosse un milione di miglia lontana…

    PIU’ RAVVICINATI sullo sporco e il sudiciume che scorre via dalla sua schiena bagnata…

    India entra in casa…

    Zio Charlie in piedi accanto alla macchina, guardandola andare…

    PIU’ VICINO sulle sue piccole spalle, tremanti mentre ansima respirando tra i singhiozzi…

    India sale le scale al buio…

    SEMPRE PIU’ VICINO… FINCHE’ GIRIAMO INTORNO PER RIVELARE CHE INDIA NON STA AFFATTO SINGHIOZZANDO...

    SI MASTURBA, VENENDO VELOCEMENTE E CON INTENSITA’, IL SUO CORPO CONTRATTO DAL PIACERE MENTRE GRIDA…

    CAMBIO SCENA SU NERO

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – CORRIDOIO DEL PIANO SUPERIORE – NOTTE – PIU’ TARDI

    Una mano bussa gentilmente su una porta semi-aperta, una calda luce splende dall’interno.

    EVIE (fuori scena)
    Entra…

    La mano spinge la porta aprendola, rivelando Evie nella sua stanza da letto.

    E’ un caldo bozzolo di creme e biancheria, raso e piumini.
    Evie e’ alla sua toeletta, indossa un abito di seta e camicia da notte abbinata.

    Quando si gira dallo specchio, vediamo una donna che sta andando a pezzi. Capelli tirati su a metà, scure occhiaie sotto i suoi occhi, diverse sostanze scorrono silenti nelle sue vene.

    Ma lei fa uno sforzo, sorridendo coraggiosamente a chiunque sia in piedi adesso davanti la porta.

    Vediamo India, capelli umidi e vestita da notte, che indossa una leggera camicia da notte rosa. Appare giovane e innocente.

    Eccetto che per gli occhi.

    EVIE (continuato)
    India…che ci fai in piedi?
    E’ così tardi…

    Evie si guarda intorno in cerca di qualche tipo di orologio, i suoi movimenti sono lenti e disconnessi, come se fosse sott’acqua.

    EVIE (continuato)
    Che ore sono? Deve essere
    passata da un pezzo l’ora di andare
    a letto, cara…

    INDIA
    Si lo e’.

    EVIE
    Che ore sono…

    INDIA
    E’ tardi.

    Non trovando nessun orologio, Evie si arrende, lascia cadere le mani in grembo, una marionetta dai fili tagliati.

    INDIA (continuato)
    Mamma…

    EVIE
    Si, cara…

    INDIA
    Mi spazzoleresti i capelli?

    EVIE
    (estasiata)
    Certo…vieni e siediti…

    India si accascia sui suoi piedi nudi, si siede sul pavimento con la schiena verso sua madre. Evie prende una larga spazzola d’argento per capelli dalla toeletta.

    EVIE (continuato)
    E’ passato così tanto tempo…

    Qualche attimo mentre lei tranquillamente spazzola i lunghi capelli di sua figlia.

    EVIE (continuato)
    Tua zia Gin non e’ più
    tornata, vero?

    INDIA
    No, mamma.
    (greve)
    Se ne’ andata ormai.

    EVIE
    Si, scommetto di si…
    (sorridendo a sé stessa)
    Beh, non mi sorprende.
    Siamo sole adesso, cara…
    tutte sole…

    INDIA
    Si mamma.

    EVIE
    Eccetto per tuo zio Charlie…

    INDIA
    Si mamma.

    EVIE
    Ti piace tuo zio Charlie, vero?

    INDIA
    Si mamma.

    EVIE
    Bene…piace anche a me. Mi
    piace molto…Cosa ne sarebbe stato
    di noi senza tuo zio Charlie?

    INDIA
    Non lo so.

    EVIE
    (una cantilena)
    Che ne sarebbe stato di noi
    senza il nostro zio Charlie…
    (dopo)
    India, cara…

    INDIA
    Si mamma?

    EVIE
    Stavo pensando…stavo
    pensando che e’ ora di fare
    qualche cambiamento qui in giro…
    E tu? Che ne pensi?

    INDIA
    Penso… che sia una buona idea.

    EVIE
    Bene…anch’io. Allora
    domani, voglio che ti alzi, di
    primo mattino, e mi aiuti a
    sgomberare le cose di tuo padre…

    Le spalle di India si irrigidiscono.

    EVIE (continuato)
    (inconsapevole)
    Che ne pensi cara? Mi aiuterai?

    INDIA
    (battito)
    Va bene, mamma.

    EVIE
    Questa e’ la mia bambina…questa
    e’ la mia brava bambina…

    CI ALLONTANIAMO ALL’INDIETRO, nel corridoio, dove troviamo lo zio Charlie, in piedi vicino la porta, che ascolta al buio.

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – STUDIO DI RICHARD – IL MATTINO SEGUENTE

    La porta si apre. E’ India, a piedi nudi, e oggi indossa blu jeans. Fino ad oggi ha sempre indossato abiti e gonne.

    Questo sembra proprio un cambiamento piccolo ma ben preciso.

    Si ferma sulla soglia. Si ha l’impressione che questa non sia una stanza che le ha visitato spesso.

    L’arredamento e’ prettamente maschile – pelle scura, un camino in pietra grezza, pannelli di legno dipinti di quel tipo di verde inglese.

    India fa un passo avanti, si guarda in giro, si avvicina a quello che chiaramente era la scrivania di suo padre.

    INQUADRATURE di India che controlla la scrivania, esaminando gli oggetti che vi trova: penne Mont blanc, occhiali da lettura con montatura nera, fermacarte assortiti, ecc…

    India prende un portafoto in argento con una foto di lei e suo padre, scattata tempo addietro. Lei e’ seduta sulle ginocchia di suo padre, entrambi rivolti alla macchina fotografica, entrambi non a loro agio, entrambi chiaramente fingono di non esserlo.

    India non traccia il volto di suo padre con le dita. Niente di tutto questo. Semplicemente lo studia per un momento. Poi mette la foto giù, attenta a rimetterla nella sua posizione originaria.

    INQUADRATURE di India che apre diversi cassetti della scrivania, non toccando quello che c’e’ dentro. Documenti in gran parte. Questa e’ una esplorazione rispettosa. La parola “frugare” non e’ applicabile.

    Prova ad aprire il cassetto in fondo. Chiuso a chiave. Guarda di nuovo nel cassetto delle matite, trova una piccola chiave, la prova nella serratura del cassetto bloccato. Lo apre.

    Dentro c’e’ una pistola, un largo fascio di lettere legato con lo spago, e una piccola scatola di cartone.

    India lascia la pistola al suo posto, prende lo scatolo, lo apre.

    Dentro ci sono foto in bianco e nero.

    Casualmente scorre tra alcune di esse, fermandosi a una con tre ragazzi, seduti insieme sui gradini di una casa imponente, un Revival spagnolo a’ la George Washington Smith, una fila di palme lungo la parte anteriore.

    Sembra forse la California.

    Il ragazzo più grande, un adolescente, sta sorridendo, seduto con un bambino ai primi passi sulle ginocchia. Il terzo ragazzo siede qualche gradino sotto dagli altri due. Sembra minuto per la sua età, con una faccia stranamente priva di espressione.

    Tutti e tre indossano magliette a maniche corte, pantaloncini color kaki e scarpe da tennis – uniformi estive di privilegiati d’altri tempi.

    India gira la foto. Sul retro, scritto in un bel corsivo, con inchiostro sbiadito:

    “Richard (17), Charles (6), Jonathan (2)… estate divertente!”

    India passa alla foto successiva.

    Lo stesso adolescente (Richard), che indossa adesso un maglioncino e pantaloni lunghi, seduto sotto un sontuoso albero di Natale, faccia scura e solenne. Il ragazzino (Charles), siede vicino a lui, ridendo e guardando il suo fratello maggiore con aria adorante.

    Il piccolo non si vede da nessuna parte.

    India gira la foto. Nella stessa scrittura di prima: “ R. & C. Xmas”. Ed e’ tutto. Niente Jonathan.

    India rimette le foto nello scatolo, torna al cassetto della scrivania, rimuove il grande pacchetto di lettere. Raggela appena vede che la prima lettera e’ indirizzata a lei.

    Strappa lo spago. Ci devono essere centinaia di lettere.

    Tutte indirizzate a lei.

    Stordita, si accascia sul tappeto, sistema le lettere di fronte a lei in un mucchio, ne apre una a caso.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo)
    Buon compleanno piccola…
    Hai cinque anni oggi, e questo
    significa che sei ufficialmente
    una signorina… Vorrei poter essere
    lì per la tua festa ma sono lontano…
    in Africa… a fare foto per la rivista…
    Un giorno ti porterò qui… ti farò vedere
    i leoni e le giraffe…tutti gli animali di cui
    hai sentito parlare solo sui libri…
    Questo sarà il tuo regalo di compleanno
    da parte di tuo zio Charlie…te lo prometto…

    India apre la lettera seguente.

    INIZIA UN MONTAGGIO IN SOVRAPPOSIZIONE DI INDIA CHE LEGGE LE SUE LETTERE, UNA DOPO L’ALTRA

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …Cara India… sto scrivendo questa lettera
    dalla più piccola stanza di albergo che abbia
    mai visto… non lontano dalle rosse scogliere
    di Petra… desidero che tu possa vederle coi
    tuoi occhi, India… Un posto in piu da mettere
    nella tua lunga, lunga lista…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    Carissima India… saluti da Heidelberg…
    questo e’ il posto con le rovine sul fianco
    della collina… da cui si può vedere l’intera
    città dall’alto… Ho trascorso tante ore
    passeggiando nei giardini qui… e tante volte
    mi sei venuta in mente… troppe volte per essere
    contate…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …Carissima India…Saluti da Saint Etienne…

    Lettera seguente

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    … da San Sebastian…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    … da San Pietroburgo…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    … da Stoccolma…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …da Shangai…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …da Monte Carlo…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …Buon Natale…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …Buona Pasqua…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    … Buon Halloween…

    Lettera seguente.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    … Felice anno nuovo…

    Lettera seguente…

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …Buon S. Valentino…

    Un’altra.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …stavo pensando a te stamattina…

    Un’altra.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …eri nei miei pensieri questo pomeriggio…


    Un’altra.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    … sarai nelle mie preghiere stasera…

    Un’altra.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    … con amore, tuo zio Charlie…

    Un’altra.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …con tanto amore, zio Charlie…

    Un’altra.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …con amore e ancora amore, zio Charlie…

    E un’altra.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    …con tutto il mio amore…Charlie…


    E’ quasi sera.

    Con lo sguardo perso nel vuoto, India con attenzione rimette l’ultima lettera nella sua busta. Raccogliendo la sua preziosa pila di lettere, tenendole strette al petto, si alza e si allontana dalla stanza.

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – INGRESSO – SERA- CONTINUATO

    India inizia a salire le scale, guadagnando velocità mentre sale. Quando arriva al pianerottolo del secondo piano, gira l’angolo dirigendosi verso la stanza in fondo al corridoio. Quando la raggiunge lei sta quasi correndo –

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – CAMERA DI ZIO CHARLIE – SERA – CONT.

    La porta si spalanca –

    INDIA
    Zio Charlie?

    Ma non c’e’ nessuno lì.

    India si guarda intorno, delusa. Mentre si volta per andarsene, fa cadere una delle lettere. Approda sul pavimento, retro verso l’alto.

    Vedendo qualcosa di strano, si china, e la raccoglie. Fronte corrugata, India si avvicina alla finestra, tenendo la lettera verso la luce che sta svanendo, così può vedere meglio.

    Il mittente e’ un timbro.

    Questo e’ ciò che dice:

    WRENFIELD INST. BOX 6292, WRENFIELD, PA 19086.

    Non Shanghai, non Monte Carlo.

    India prende un’altra lettera, la capovolge. Stesso timbro.

    WRENFIELD INST. BOX 6292, WRENFIELD, PA 19086.

    Sfoglia una lettera dopo l’altra, gettandole a terra dopo averle controllate. Sono tutte timbrate con lo stesso indirizzo:

    WRENFIELD INST. BOX 6292, WRENFIELD, PA 19086

    WRENFIELD INST. BOX 6292, WRENFIELD, PA 19086

    WRENFIELD INST. BOX 6292, WRENFIELD, PA 19086

    Diversi tipi di carta da lettere, stesso mittente.

    India lascia cadere l’ultima dalle sue mani. Quindi i suoi occhi guizzano verso la valigia di zio Charlie, riposta nel solito punto vicino lo sportello dell’armadio.

    Senza un momento di esitazione, va vicino la valigia, si inginocchia, la apre.

    India scombina tutto quello che trova – camicie ben stirate, un paio di cravatte, fazzoletti puliti. Totalmente irrilevanti, oggetti di uso quotidiano.

    E poi tutto si ferma.

    C’e’ una cosa lasciata nella valigia. Con le mani tremanti, India raggiunge il fondo della valigia, ne estrae un portafoglio di pelle da uomo.

    E’ consumato e morbido, con una “R” e una “S” in rilievo color oro sbiadito.

    Con occhi spalancati rigirandolo lo apre verso una piccola copia plastificata della foto che abbiamo appena visto nello studio giu’. La foto di India e suo padre.

    E’ il portafogli di suo padre.

    PRIMO PIAMO sul viso di India mentre il suo mondo inizia a vacillare e sdrucciolarsi.

    CAMBIO SCENA:

    Zio Charlie attraversa la porta di ingresso, sorreggendo da un lato Evie che e’ davvero fuori di testa ma comunque di eccellente umore. Zio Charlie si ferma, si guarda intorno.

    ZIO CHARLIE
    India? Potresti venire
    e darci una mano, per favore?

    Nessuna risposta.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    India?

    Inciampano ai piedi della scala, ridendo. Quindi lui solleva Evie e inizia a trasportarla fino alla sua stanza da letto, un perverso eco di una sposa e del suo sposo nella loro prima notte di nozze.

    Avvicinandosi in cima, vedono India che aspetta sul pianerottolo del secondo piano. Evie fa a India un cenno amichevole.

    EVIE
    Ciao, cara!

    Raggiungono il pianerottolo, si avvicinano a India, zio Charlie ancora porta Evie tra le sue braccia.

    ZIO CHARLIE
    (divertito)
    L’ho trovata giù nel bosco
    oltre il campo da tennis…non
    capisco come possa essere arrivata
    così lontano…la cercavo da ore…

    India lo guarda, sul suo viso un misurato vuoto espressivo.

    Evie guarda sbalordita all’uno e all’altro, sorridendo, beatamente inconsapevole della silente conversazione che sta avvenendo appena sopra la sua testa.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    (finalmente)
    Bene…immagino entrambi abbiamo trovato
    quello che stavamo cercando.

    Quindi si allontana e si incammina lungo il corridoio, verso la stanza da letto di Evie.
    Evie fa un cenno a India mentre se ne va.

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – CUCINA – NOTTE – PIU’ TARDI

    La porta a battente si apre e zio Charlie entra.

    India e’ al lavello, di spalle.

    Il portafogli di suo padre e’ riposto sull’isola in mezzo a loro. E’ l’unica cosa presente sul bancone.

    Dopo un interminabile attimo, India si volta e vediamo che ha gli occhi asciutti, calma, stranamente contenuta considerate le circostanze. Un indizio in più che abbiamo a che fare con qualcuno lontano dall’essere ordinario.

    India e zio Charlie sono uno di fronte all’altro separati dall’isola, l’aria tra loro e’ elettrica.

    E’ tempo di mettere le carte in tavola.

    INDIA
    Come e’ morto mio padre?

    CAMBIO SCENA:

    ESTERNO WRENFIELD – FLASHBACK – GIORNO

    Una strada vuota, da qualche parte in profondità tra le montagne. Cielo scuro. Pioggia battente.

    Una jeep Grand Woody passa vicino, SCHIZZANDO LA TELECAMERA.

    INT/EST AUTOMOBILE – FLASHBACK – GIORNO – CONTINUATO

    Rumore di tergicristalli, che sciabordano acqua avanti e indietro.

    Una mano raggiunge il radiatore, alzandolo di una tacca. CI ALLARGHIAMO dal radiatore all’uomo che abbiamo visto posare con India nella fotografia incorniciata d’argento.

    Conosciamo Richard Stoker, il fratello più anziano di zio Charlie.

    E’ sul finire dei 40, alto, di corporatura pesante. Un tipo malvestito. (Al momento, un tipo malvestito fradicio).

    Difficile immaginare questa persona con Evie. Poi di nuovo, guardando molto attentamente, si può vedere che potrebbe essere stato un bell’uomo una volta.

    Ma una vita spesa all’ombra dell’orrore ha chiaramente lasciato il segno.

    Richard tiene gli occhi sulla strada ma la sua mente e’ altrove.

    Oltrepassa un cartello: “Wrenfield – un gran posto da visitare, un posto anche migliore in cui vivere.”

    RICORDI SFUOCATI: UNA LUNGA SCALA DI LEGNO CHE SI ESTENDE DAL BORDO DI UNA SCOGLIERA FINO A UNA SPIAGGIA MOLTO PIU’ IN BASSO …L’OCEANO DI FRONTE A NOI…IL SOLE CHE SPLENDE…CHIARAMENTE SIAMO IN CALIFORNIA…

    IL SOLO SUONO CHE POSSIAMO SENTIRE E’ IL RUMORE DELLE ONDE CHE SI INFRANGONO…TUTTO IL RESTO E’ MUTO…

    INIZIAMO A SCENDERE, MANTENENDOCI SUL PASSAMANO COME SUPPORTO…

    Torniamo a Richard, che ascolta i tergicristalli che avanti e indietro, avanti e indietro. Sbatte le palpebre, prende un respiro ed espira, cercando di scuotersi.

    RICORDI SFUOCATI: SIAMO SULLA SPIAGGIA ADESSO…GUARDIAMO ALLA NOSTRA DESTRA, VEDIAMO UNA DONNA DALL’ASPETTO AFFASCINANTE SUI 40…INDOSSA UN COSTUME DA BAGNO, SEDUTA SOTTO UN OMBRELLONE A LEGGERE UN LIBRO…

    SI GIRA VERSO DI NOI, ASCOLTANDO PER UN MOMENTO, DOPO DICE QUALCOSA CHE NON CAPIAMO, SCUOTENDO LA TESTA COME A DIRE “NO”…

    GUARDIAMO ALLA NOSTRA SINISTRA, PER TUTTA LA VIA LUNGO LA SPIAGGIA FINO A UN PICCOLO AFFIORAMENTO DI SCOGLI…VEDIAMO QUALCOSA DI PICCOLO E SCURO, CHE SI MUOVE VELOCEMENTE, LONTANO. ..INIZIAMO A MUOVERCI IN QUELLA DIREZIONE… DAPPRIMA CAMMINANDO…

    E POI INIZIAMO A CORRERE…

    Torniamo a Richard, sudore sulla sua fronte. Sbottona un altro bottone dal colletto della sua camicia Oxford.

    RICORDI SFUOCATI: CI TROVIAMO IN CIMA AGLI SCOGLI ADESSO, E GUARDIAMO VERSO IL BASSO IN DIREZIONE DI UNA MINUSCOLA APERTURA, COMPLETAMENTE NASCOSTA DALLA SPIAGGIA PROPRIAMENTE DETTA…

    C’E’ UN BAMBINO CHE GIOCA DA SOLA SULLA SABBIA… LO STESSO BAMBINO DI CINQUE ANNI DELLA FOTO CHE INDIA TROVO’, QUELLO DALLO STRANO SGUARDO SUL VOLTO…

    SEMBRA PIU’ FELICE ADESSO, SEDUTO SULLA SABBIA COL SUO COSTUMINIO, OCCUPATO A FARE CASTELLI CON UNA PALA E UN SECCHIO DI PLASTICA…

    Torniamo da Richard, inspira dal naso ed espira dalla bocca, cercando di calmare i suoi nervi scossi.

    La sua auto rallenta di fronte a un alto cancello di ferro, e svolta. Vediamo un discreto cartello posto su un lato dell’entrata: “WRENFIELD INSTITUTE. Una casa lontano da casa. Fondato nel 1875.”

    RICORDI SFUOCATI: SIAMO IN PIEDI ACCANTO IL BAMBINO…NON GUARDA VERSO L’ALTO, SI FA SOLO I FATTI SUOI, PICCHIETTANDO CON CURA LO STESSO PICCOLO PUNTO SULLA SABBIA CON LA PALA, ANCORA E ANCORA, ASSICURANDOSI CHE SIA LISCIO E BENFATTO…

    CI ACCOVACCIAMO E LO SPINGIAMO VIA RUDEMENTE…

    E QUINDI INIZIAMO A SCAVARE…

    Torniamo a Richard, che accosta all’istituto. E’ imponente, vittoriano, grigio e cupo. Parcheggia la macchina, sta seduto per un momento, sguardo fisso al parabrezza, respirando affannosamente.

    RICORDI SFUOCATI: SIAMO SOTTO DI ALMENO UN PIEDE ADESSO, LE NOSTRE MANI SANGUINANTI E SCORTICATE MENTRE GRATTIAMO VIA LA SABBIA, SEMPRE PIU’ DISPERATI…

    IL BAMBINO E’ IN PIEDI NELLE VICINANZE, OSSERVA, UNO SGUARDO CHIUSO SUL SUO VOLTO…

    LA DONNA STA CORRENDO VERSO DI NOI, IL SUO VISO CONTORTO DALLA PREOCCUPAZIONE, URLANDO QUALCOSA CHE NON RIUSCIAMO A DISTINGUERE DAL RUMORE DELLE ONDE CHE SI INFRANGONO…

    SIAMO PRESI DAL PANICO ADESSO, RESPIRANDO AFFANNOSAMENTE…E QUINDI SMETTIAMO DI SCAVARE…

    ABBIAMO TROVATO QUALCOSA… QUALCOSA SEPOLTA IN PROFONDITA’ NELLA SABBIA…

    SOLO ADESSO UDIAMO LA DONNA MENTRE APRE LA BOCCA ED URLA…

    IMPROVVISO CAMBIO SCENA:

    INT. ISTITUTO DI WRENFIELD – FLASHBACK – CORRIDOIO #1 – CONTINUATO

    Un corridoio tipo catacomba, scarsamente illuminato e tranquillo in modo inquietante.

    Un paziente (anziano, sguardo spento) strascica silenziosamente OLTRE LA TELECAMERA, accompagnato da un inserviente in bianco. Vediamo Richard seduto dietro di loro all’ombra, da solo su una lunga panchina di legno.

    E’ più calmo adesso ma ancora in ebollizione sotto la superficie, agitato e apprensivo, i suoi occhi cerchiati di scuro.

    Una spessa porta di metallo si apre in fondo al corridoio rispetto alla panchina. Una donna esce da un ufficio, si volta verso di lui. E’ IL DOTTORE (sui 60, senza fronzoli, camice bianco da consultazione). Quando parla, ha un accento francese.

    IL DOTTORE
    Signor Stoker?

    Richard la guarda, si alza, preparandosi a quello che viene dopo.

    INT. WRENFIELD INSTITUTE – FLASHBACK – CORRIDOIO #2 – CONTINUATO

    Un altro buio corridoio. Il pavimento e’ di cemento lesionato, le pareti dipinte di un grigio tipico da scuole pubbliche. Il dottore cammina un passo o due davanti a Richard. Sono a metà conversazione.

    IL DOTTORE
    Legalmente? Niente di niente…
    la decisione e’ stata sua, Signor Stoker…
    come e’ sempre stato. E naturalmente
    lui ha la sua indipendenza finanziaria.
    I vostri genitori hanno pensato a
    questo trent’anni fa, quando lui e’
    arrivato qui…come lei senza dubbio sa.

    Richard raggiunge un certo grado di compostezza. Purtroppo, questo suo livello di compostezza e’ davvero poco oggi.

    RICHARD
    Io non… io non capisco
    cosa dovrei fare adesso…Cosa sarei…
    Quali sono le cose che dovrei sapere?

    Il dottore si ferma di fronte a un porta chiusa di metallo, si volta a guardarlo, stanca ma non insensibile.

    RICHARD (continuato)
    (quasi balbettando)
    La prego, dottore…sto solo
    cercando di…capire le mie opzioni adesso…

    Sembra come se fosse a dieci secondi da darsela a gambe.

    IL DOTTORE
    Signor Stoker, dovrebbe cercare di capire
    che il presente e’ il presente e il passato
    e’ il passato. Se ci imbarchiamo in una
    situazione credendo che il peggio
    accadrà, abbiamo fatto già gran parte del
    cammino per farlo accadere …

    Richard sembra lontano dall’essere convinto.

    IL DOTTORE (continuato)
    Temo non ci sia null’altro che possa
    fare per lei, signor Stoker…mi dispiace.
    Lei ha il mio numero…e io terrò lei nei
    miei pensieri. E nelle mie preghiere.

    Si volta verso la porta, la sblocca e la apre.

    VEDIAMO LO ZIO CHARLIE seduto in ciò che e’, sorprendentemente, una allegra piccola stanza. Qualunque cosa potremmo esserci aspettati, non lo e’.

    Vediamo un tappeto orientale sul pavimento, una lampada, e una confortabile sedia da lettura vicino alla finestra (sbarrata). Le pareti sono dipinte di un caldo giallo, rivestite dal pavimento al soffitto di libri. C’e’ un letto benfatto in un angolo, e un pianoforte verticale nell’altro, quest’ultimo appare lucido e ben curato.

    E’ chiaro che qualcuno ha lavorato sodo per rendere questa stanza confortabile e invitante, in netto contrasto con il resto della struttura.

    Zio Charlie e’ seduto a un angolo del letto. Quando la porta si apre, si alza, bagaglio in mano, e i fratelli si scambiano un’occhiata a vicenda per la prima volta in 30 anni.

    EST. WRENFIELD INSTITUTE – FLASHBACK – GIORNO - CONTINUATO

    Zio Charlie e il dottore sono sui gradini per scambiarsi i saluti. C’e’ chiaramente una lunga storia qui.

    IL DOTTORE
    Ti ricorderai cosa ti ho detto, vero?

    ZIO CHARLIE
    Bien sur.

    IL DOTTORE
    “Mani in mano”, Charles…

    Zio Charlie l’abbraccia. Sorpresa, lei accetta, quindi gentilmente si libera.

    ZIO CHARLIE
    Au revoir, Docteur Maillard!
    Jusqu'à notre prochaine rencontre…

    (Quindi lei e’ “Madame Maillard “, lo chef francese del racconto che zio Charlie fece a cena).

    DOTTOR MAILLARD

    Oui, Charles, finche non ci rincontreremo…
    VELOCI SCENE DI ZIO CHARLIE CHE LASCIA WRENFIELD

    Richard che mette la valigia di zio Charlie sul retro della jeep…

    Richard che affonda pesantemente sul sedile di guida, sbattendo lo sportello per chiuderlo…

    Zio Charlie che si allaccia la cintura…

    Richard che mette in moto…

    Zio Charlie che guarda fuori dal finestrino posteriore, salutando il dottor Maillard finché lei non scompare dalla visuale…

    Zio Charlie che si volta in avanti, occhi luminosi e pieni di speranza, eccitato…

    EST. CAMPAGNA – FLASHBACK – GIORNO – CONTINUATO

    L’auto viaggia lungo un tratto isolato a 2 corsie, riccamente boscoso su entrambi i lati. Flash di vegetazione e di cielo nuvoloso.

    Zio Charlie e’ incollato al finestrino, a guardare il mondo che gli scorre davanti, cogliendone il più possibile.

    Ma all’improvviso, il viaggio e’ finito.

    Richard accosta l’auto su un lato della strada, a un piccolo incrocio. La loro e’ l’unica auto a vista. Dopo aver spento il motore, le sue mani rimangono sul volante.

    RICHARD
    Questo e’ tutto, Charlie.

    Sorpreso zio Charlie si guarda in giro.

    ZIO CHARLIE
    Non capisco.

    Richard caccia fuori dalla sua tasca il portafogli che abbiamo visto in precedenza, ne estrae un biglietto, lo dispone sul cruscotto tra di loro.

    RICHARD
    Qui e dove ti sto per far scendere.
    E questo e’ il tuo biglietto. Prendilo.
    C’e’ un autobus che passa di qui tra
    un ora…

    ZIO CHARLIE
    Un autobus per dove?

    RICHARD
    Ovunque vada andrai anche tu.

    Zio Charlie lo guarda confuso.

    RICHARD (continuato)
    Charlie, ho bisogno che tu
    mi ascolti attentamente.
    Non verrai a casa con me.

    ZIO CHARLIE
    Cosa vuoi dire?

    RICHARD
    Non posso averti intorno
    alle mie ragazze, Charlie.
    Non posso averti intorno alla
    mia famiglia.

    ZIO CHARLIE
    (colpito)
    Ma…perché?

    Richard guarda fuori dal finestrino del lato conducente, non volendo affrontare questa conversazione. Per niente.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Perché no?

    RICHARD
    Non farlo, Charlie.

    ZIO CHARLIE
    Perché no?

    RICHARD
    Charlie…per favore…

    Ma zio Charlie vuole risposte.

    ZIO CHARLIE
    Perché no? Perché no? PERCHE’ NO?

    RICHARD
    (infine perdendo il controllo)
    Tu sai perché, Charlie! Tu sai perché no!

    Silenzio, e poi – forse – il suono di qualcuno che trattiene le lacrime.

    RICHARD (continuato)
    Maledizione, Charlie…

    Battito. Dopo, gentile e tranquillo –

    ZIO CHARLIE
    Mi vuoi ancora bene, vero Richie?

    Richard fa un respiro profondo.

    RICHARD
    Certo che ti voglio ancora bene.
    Devo solo volerti un po’ meno bene adesso.

    Come se stesse parlando con un bambino –

    RICHARD (continuato)
    Lo capisci, vero? Capisci cosa significa
    famiglia… significa sacrificio. Anche
    quando non vogliamo. Anche quando fa male…
    Lo capisci questo, giusto?

    ZIO CHARLIE
    Si, Richie…capisco.

    Il volto di Richard si ammorbidisce.

    RICHARD
    Rimarrai sempre mio
    fratello, Charlie. Questo non
    cambierà mai…qualunque cosa succeda.

    ZIO CHARLIE
    (armeggiando lo sportello)
    Vuoi scusarmi?

    Zio Charlie barcolla fuori dall’auto, si abbassa sulle ginocchia sul ciglio della strada e vomita.

    Tenendosi lo stomaco, rigurgita ripetutamente finché non lascia nulla dentro.

    RICHARD
    (sottovoce)
    Cristo, Charlie…Cristo…

    Vediamo zio Charlie a carponi, che cerca di raccogliere le proprie forze, le sue mani che scivolano via nell’erba oltre l’asfalto, le dita conficcate nella terra per far da leva…

    CAMBIO SCENA RAPIDO su zio Charlie che ritorna sul suo sedile, chiudendo lo sportello.

    Fissa davanti a sé.

    RICHARD (continuato)
    Stai bene?

    ZIO CHARLIE
    Si, Richie…sto bene.
    Sto bene adesso.

    Zio Charlie si volta verso suo fratello, lo guarda negli occhi.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    (sincero)
    Grazie per averlo chiesto.

    E ALLORA LA SUA MANO SI ESTENDE VELOCE, BRANDENDO LA PIETRA CHE RACCOLSE SUL LATO DELLA STRADA, SPACCANDO IL NASO DI RICHARD.

    Siamo improvvisamente fuori dal finestrino del lato conducente, ALLONTANANDO L’INQUADRATURA, lontano dall’auto. UNO SPRUZZO DI SANGUE SUL FINESTRINO blocca la nostra visuale dell’interno. MENTRE ALLONTANIAMO L’INQUADRATURA continuiamo a sentire il rumore della pietra che colpisce la carne ripetutamente.

    CAMBIO SCENA RAPIDO su zio Charlie che apre lo sportello dal lato conducente. Richard e’ crollato sul suo sedile, a tratti cosciente e a tratti incosciente, la faccia una maschera di sangue rappreso e non.

    Cautamente, zio Charlie inizia a spingere suo fratello fuori dall’auto.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Certo che ti voglio ancora bene,
    Richie…devo solo volerti un po’
    meno bene adesso…

    Zio Charlie, braccia piegate sotto le braccia di Richard, trascina suo fratello a ritroso dietro la Jeep.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Lo capisci, vero?

    Dopo aver sistemato suo fratello sull’asfalto, zio Charlie apre lo sportello del bagagliaio.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Capisci cosa significa famiglia…significa sacrificio…

    Zio Charlie si prepara a sollevare Richard.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Anche quando non vogliamo…
    Anche quando fa male…

    Richard rotola sul bagagliaio con un tonfo doloroso, gemendo.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Lo capisci, vero?
    (imitando Richard)
    “Si, Charlie… capisco…”

    Trova una coperta, la piega.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Sarai sempre mio fratello, Richie…

    Fa scivolare la coperta sotto la testa di Richard, così sarà più comodo durante il lungo viaggio verso casa.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Questo non cambierà mai…

    Zio Charlie abbassa lo sguardo su Richard, inespressivo.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Qualunque cosa succeda.

    Lo sportello del bagagliaio sbatte con forza, chiuso.

    VELOCE CAMBIO SCENA SU INQUADRATURE DALL’ALTO dell’auto di Richard che procede sbandando e fermandosi di scatto. Riparte di nuovo, per tentativi, intanto che zio Charlie fa pratica col cambio automatico.

    La vettura sbanda un po’ di più mentre si allontana, per poi raddrizzarsi e scomparire dietro la collina.
     
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    STOKER PARTE 3

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – CUCINA – NOTTE - CONTINUATO

    Quando rivediamo India, lei e’ in piedi nello stesso punto vicino al lavello.

    Ma zio Charlie e’ molto più vicino.

    E’ adesso esattamente dove si trovava la notte che lavarono i piatti insieme dopo cena, e sta guardando India con un’espressione più che speranzosa, consapevole che tutto – proprio tutto – dipende da quello che succede adesso.

    Infine India rompe il silenzio. E quando lei parla il suo tono e’ quasi… asettico. Qualcosa che gelerebbe chiunque altro ma non l’uomo che si trova in piedi accanto a lei.

    INDIA
    (occhi bassi)
    Perché proprio adesso?

    ZIO CHARLIE
    Cosa vuoi dire?

    INDIA
    Intendo perché proprio adesso?
    Perché tornare adesso? Perché aspettare così a lungo?

    Zio Charlie scorre un po’ lungo il bancone, ravvicinando la distanza tra loro.

    ZIO CHARLIE
    (gentilmente)
    Il giorno che ho lasciato Wrenfield…
    Il giorno che tuo padre ha avuto l’incidente…
    Che giorno era? Ti ricordi?

    INDIA
    (quasi tra sé)
    Si…mi ricordo…

    ZIO CHARLIE
    Che giorno era, India?

    Finalmente lei alza gli occhi verso di lui, finalmente incontra il suo sguardo.

    INDIA
    Il mio compleanno.
    (battito)
    Era il mio diciottesimo compleanno.

    Zio Charlie annuisce.

    ZIO CHARLIE
    Stavo aspettando, India… aspettavo te.
    Tutto quello che ho fatto… l’ho fatto per te.

    Sono in piedi molto vicini tra loro adesso, guardandosi negli occhi…

    QUANDO SUONA IL CAMPANELLO, sorprendendoli entrambi.




    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – INGRESSO – NOTTE – CONTINUATO

    E’ India ad aprire la porta, sola. C’e’ un uomo in piedi sotto il portico, con la schiena verso di lei. Non appena udita la porta aprirsi, si gira.

    Incontriamo lo SCERIFFO HOWARD (sui 50), pensieroso, dall’aspetto segnato dalle intemperie, in alta uniforme.

    SCERIFFO HOWARD
    Buona sera… mi dispiace
    disturbarla signorina. Il suo
    nome e’ India Stoker?

    Il suo primo istinto fu di sbattergli la porta in faccia, ma India si concentra nel mantenere il suo volto calmo, rilassato.

    INDIA
    Si. Lo e’.

    SCERIFFO HOWARD
    Sono lo Sceriffo Howard, del
    Middle Bend Police Department…
    (mostra il suo distintivo)
    Spero non era nel bel mezzo della cena…

    INDIA
    No.

    SCERIFFO HOWARD
    Eccellente, eccellente…in questo
    caso, le dispiace se la disturbo facendole
    rispondere a qualche domanda?

    INDIA
    No. Per niente.

    SCERIFFO HOWARD
    Bene, bene…

    Quindi procede non chiedendole nulla. India sente i suoi peli rizzarsi dietro al suo collo.

    SCERIFFO HOWARD (continuato)
    (finalmente)
    Beh…immagino dovrei iniziare
    dicendole quanto sia dispiaciuto per
    la sua perdita…non conoscevo suo padre
    ma mi hanno detto che era un brav’uomo…

    India annuisce, non dicendo nulla.
    SCERIFFO HOWARD (continuato)
    Signorina Stoker, andrò diritto al dunque…
    Conosce il Goldy’s Grill? In città?

    Battito.

    INDIA
    Ci passiamo sempre con la macchina.

    SCERIFFO HOWARD
    Mai fermata a mangiare un boccone?

    Battito.

    INDIA
    E’ tutto a posto, Sceriffo?

    SCERIFFO HOWARD
    Lo spero, signorina Stoker.
    Spero proprio di sì…

    Un’altra lunga pausa, entrambi aspettano che sia l’altro a rompere il silenzio. Lo sceriffo potrebbe star sorridendo ma non i suoi occhi e ormai India può vedere la sua buona e vecchia routine per quello che e’: uno stratagemma.

    INDIA
    Sceriffo, mia madre non e’
    più stata in sé dal giorno del funerale.
    Ha bisogno della mia attenzione.
    Quindi se potrebbe per favore dirmi
    di cosa si tratta…

    SCERIFFO HOWARD
    Mi scusi signorina…mia
    moglie mi dice sempre che ho
    l’abitudine di girare attorno ai discorsi…

    Lo sceriffo ridacchia, aspettando che India si unisca. Lei non lo fa.

    SCERIFFO HOWARD (continuato)
    Quindi immagino andrò diritto al dunque…
    Il figlio dei Taylor – Whip e’ il suo nome, mi
    Hanno detto che e’ un suo compagno di classe –
    e’ sparito. I suoi non lo vedono da ieri. E ho due
    ragazzi che mi dicono che lei era con lui.
    La scorsa notte. Al parcheggio di Goldy’s…
    (sorride)
    Quindi speravo che lei potesse aiutarmi in questo punto.
    Con crescente chiarezza, India capisce che sta andando a tentoni nel bel mezzo di un gioco molto serio. Se c’e’ un libro di istruzioni, lei non ce l’ha.

    INDIA
    Io…

    SCERIFFO HOWARD
    Si?

    INDIA
    Io…

    SCERIFFO HOWARD
    Non sia timida adesso, signorina…

    ZIO CHARLIE (fuori scena)
    India? Qualcosa no va?

    Zio Charlie appare dietro di lei sul portone. India si volta verso di lui, attenta a mantenere il sollievo della vista di lui, lontano dalla sua faccia.

    INDIA
    Zio Charlie, questo e’…umm…
    questo e’…

    SCERIFFO HOWARD
    (gentilmente)
    Sceriffo Howard

    INDIA
    …Questo e’ lo Sceriffo Howard.
    Mi sta chiedendo di un ragazzo che conosco.
    Da scuola.

    Zio Charlie porge la sua mano. Gli uomini si stringono la mano.

    ZIO CHARLIE
    Charlie Stoker. Piacere di conoscerla.

    SCERIFFO HOWARD
    Altrettanto…adesso…diceva, signorina?

    India guarda suo zio. Il suo corner man. Il suo alleato. Il suo…

    Nel giro di un secondo gli occhi di zio Charlie sembrano raggiungere tutta la profondità dentro di lei, e qualunque cosa lui abbia trovato, palpitando, si placa.

    India si volta verso il suo avversario.


    INDIA
    Si Sceriffo, ho visto Whip la scorsa notte…

    SCERIFFO HOWARD
    E’ così?

    INDIA
    (annuendo)
    Si. Ero affamata così mi sono
    fermata da Goldy’s per un po’
    di patatine. Mi sono imbattuta
    in Whip al parcheggio e abbiamo
    deciso di fare una passeggiata…

    SCERIFFO HOWARD
    Di notte?

    La fronte dello sceriffo si increspa di rughe per la preoccupazione

    SCERIFFO HOWARD (continuato)
    Signorina Stoker, quel pezzo di bosco
    non e’ sicuro per una ragazzina di notte…

    INDIA
    Oh, non ero spaventata…
    (sorridendo timidamente)
    Non insieme a Whip .

    SCERIFFO HOWARD
    Capisco.

    INDIA
    Così andammo a fare la nostra
    passeggiata ed e’ stato…
    (quasi arrossendo ormai)
    Beh, siamo stati bene insieme.

    SCERIFFO HOWARD
    Oh… capisco.

    INDIA
    Ma non volevo stare via
    troppo a lungo, con mia madre
    che non sta bene. Così sono
    tornata a casa. E pensavo Whip avesse
    detto che si stava dirigendo a casa anche lui…




    SCERIFFO HOWARD
    Qualche idea di che ora fosse?

    INDIA
    Mi dispiace. Ma ricordo con sicurezza di
    non essere stata fuori troppo a lungo…

    SCERIFFO HOWARD
    Quindi lei e’ tornata a casa
    ed e’ andata dritta a letto…

    INDIA
    No, in realtà… quando
    sono tornata a casa, zio Charlie ed
    io abbiamo giocato a un gioco da tavolo.
    E dopo sono andata a letto…

    ZIO CHARLIE
    (sorridendo)
    Monopoli.
    (scrollando le spalle)
    Vince ogni volta.

    Lo Sceriffo si incurva un po’, deluso del fatto che quello sia tutto quanto la ragazza ha da dire.

    INDIA
    Spero che Whip stia bene…

    SCERIFFO HOWARD
    Lo spero anch’io. A casa sua
    sono proprio devastati.

    ZIO CHARLIE
    Sono certo che lo siano.

    SCERIFFO HOWARD
    Forse mi sbaglio, ma ho la sensazione che sbucherà fuori…
    I ragazzi a quell’età…beh, lei sa come sono.

    INDIA
    Sono sicura di saperlo.
    (dopo)
    Mi dispiace di non essere stata
    di maggiore aiuto, Sceriffo. Mi
    farà sapere se saprà qualcosa, e’ vero?
    Non credo riuscirò a dormire finché non
    saprò che Whip sta bene…
    SCERIFFO HOWARD
    Lo farò, signorina. Lo farò.
    (scendendo i gradini)
    Ok… mi terrò in contatto.
    Grazie di nuovo. E’ stato un
    piacere conoscervi entrambi…

    INDIA
    Buonanotte, Sceriffo.

    ZIO CHARLIE
    (salutando con un cenno di mano)
    Buonanotte, Sceriffo.

    Stavano per chiudere la porta quando lo Sceriffo gira sui tacchi e torna indietro verso di loro.

    SCERIFFO HOWARD
    Oh a proposito…si e’ tenuta in
    contatto con voi la vostra governante,
    dopo che ha lasciato la città così di fretta?

    Battito.

    Battito, battito, battito.

    INDIA
    No, non l’ha fatto…
    Suo marito l’ha sentita?

    SCERIFFO HOWARD
    No, non ancora…
    (dopo)
    Strano di come le persone a voi
    vicine possano appunto…
    sparire.

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA STOKER – INGRESSO – NOTTE – CONTINUO

    Zio Charlie e India chiudono la porta, bloccando gentilmente la serratura dietro di loro. Zio Charlie guarda fuori attraverso i vetri laterale alla porta d’ingresso, per assicurarsi che lo Sceriffo stia salendo sulla sua auto.

    ZIO CHARLIE
    (bisbigliando)
    Ritornerà.
    INDIA
    (bisbigliando)
    Cosa possiamo fare?

    Non c’e panico qui, ma sono entrambi consapevoli che la posta in gioco e’ appena raddoppiata. Zio Charlie fa un respiro profondo, si volta verso sua nipote… e sussulta.

    ZIO CHARLIE
    Quello che aspettavo di fare
    sin da quando sono arrivato…
    (battito)
    Partire. Con te.

    C’e una pausa mentre India guarda nei suoi occhi…

    E allora lei prende la sua decisione.

    INDIA
    Quando?

    E improvvisamente zio Charlie allunga una mano verso India, per toccare il suo viso, la sua soffice guancia…

    Se entrambi sono consapevoli di un limite, per la prima volta questo sta per essere superato.

    Le sue dita sono a pochi secondi dalla sua pelle quando sentono uno strano rumore soffocato dietro di loro…

    Si voltano all’unisono e vedono Evie, a metà strada su per le scale, che li sta guardando.

    EVIE
    Oh. Oh, Io…scusatemi…
    Pensavo…pensavo di aver sentito
    suonare alla porta.

    Evie e’ sbalordita, incapace di capire il momento di cui e’ adesso testimone tra sua figlia e il fratello del suo defunto marito.

    Barcolla all’indietro all’improvviso, perdendo l’equilibrio, sedendosi goffamente sulle scale, gambe divaricate di fronte a lei.

    Per un momento Evie sembra persa e impotente, come un pesce che qualcuno ha lasciato cadere sulle scale. Muovendosi, cerca di mettersi diritta, cerca di aggiustarsi la gonna, cerca di ricomporsi.

    Zio Charlie corre ad aiutarla, ma Evie lo ferma con uno sguardo.
    EVIE (continuato)
    No. Non toccarmi…tu non
    toccarmi.

    Col viso sbigottito, occhi sbarrati, guarda alternatamente le due persone giù nell’ingresso. Poi distoglie lo sguardo, disorientata, cercando di tirare le somme per arrivare a un risultato diverso.

    Fallisce.

    EVIE (continuato)
    Bene.
    (battito)
    Beh io non so cosa dire…
    Cosa c’e’ da dire? E’… e’
    tutto molto…
    (dopo)
    Penso che me ne torno nella
    mia camera adesso…

    Si gira, inizia a salire le scale, strisciando all’inizio e poi mettendosi in piedi, salendo sempre più nell’oscurità’.

    Zio Charlie ed India la guardano andare via, entrambi immobili finché non sentono il rumore della porta della sua stanza chiudersi, da qualche parte lì sopra.

    Solo allora lui si volta verso India, solo allora lui risponde alla sua domanda.

    ZIO CHARLIE
    Domani notte.

    Taglio su sfondo nero, su ciò che udiamo.

    ZIO CHARLIE (voce fuori campo) (continuato)
    Subito dopo che sistemiamo un po’ di cose…

    CAMBIO SCENA:

    INT. MIDDLE BEND – NEGOZIO – IL POMERIGGIO SEGUENTE

    PRIMO PIANO su una piccola campanella sopra la porta, che suona festosamente appena la porta si apre…

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO – STESSO MOMENTO

    PRIMO PIANO sulle dita di India mentre iniziano a suonare un nuovo pezzo al piano. Inizia con la stessa nota della piccola campanella…

    SENTIAMO QUESTO PEZZO SULLE SUCCESSIVE SEQUENZE INCROCIATE, TRA INDIA E LO ZIO CHARLIE.
    INT. MIDDLE BEND – NEGOZIO

    Zio Charlie, che indossa i suoi occhiali a guscio di tartaruga, sporge la testa e si guarda intorno, per accertarsi che il negozio sia quasi vuoto.

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    PRIMO PIANO sulle dita di India che scorrono sui tasti, con nuovo vigore e destrezza acquisiti.

    INT. MIDDLE BEND – NEGOZIO

    Zio Charlie cammina lentamente lungo un corridoio luminoso…

    Attraversa scaffali pieni di ogni genere di oggetti, ma non sappiamo dire che genere di oggetti siano o che tipo di negozio sia…

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    PRIMO PIANO sui piedi di India, nudi e sporchi, che si muovono su e giù sui pedali di ottone…

    INT. MIDDLE BEND - NEGOZIO

    Zio Charlie e’ adesso in piena conversazione con una IMPIEGATA (sui 20 anni, carina). La vediamo solo dal collo in su’ quindi non sappiamo dire cosa indossa…

    IMPIEGATA
    Beh, di norma non e’ la nostra politica…

    Zio Charlie esibisce quel sorriso assassino.

    IMPIEGATA (continuato)
    (arrossendo)
    Ok, ma solo per questa volta…

    INT. RESIDENZA DEGLI STOKER – SALOTTO

    PRIMO PIANO sulla schiena di India, capelli sciolti e ondeggianti sulle sue spalle…

    INT. MIDDLE BEND – NEGOZIO

    Zio Charlie tiene un paio di forbici avvolti nella plastica, dall’estremità’ verde brillante, li poggia sul bancone…

    ZIO CHARLIE
    Stavo quasi per dimenticare!
    Prendo anche queste, se non le dispiace…
    INT RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    PRIMO PIANO sulla bocca di India, labbra socchiuse, respira profondamente, dando al pezzo tutta sé stessa…

    INT. MIDDLE BEND – NEGOZIO

    Zio Charlie rimette gli occhiali da sole e attraversa la porta, con un sacchetto di carta bianco stipato sotto il braccio…

    Sentiamo la piccola campanella suonare di nuovo…

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    CI ALLARGHIAMO su India, vestita in shorts kaki e una semplice t-shirt…

    Stiamo osservando una donna trasformata, sia in modo banale che, allo stesso tempo, rilevante, sia dentro che fuori…

    EST. MIDDLE BEND – CENTRO CITTA’

    La Mercedes-Benz VA A TUTTO GAS fuori città, PRENDENDO VELOCITA’ non appena oltrepassa l’insegna “Benvenuti a Middle Bend”…

    Notiamo una macchina della polizia nascosta dietro l’insegna. Parte, inizia l’inseguimento…

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    INQUADRATURA LARGA su India, mentre si china e ondeggia, la sua esecuzione e’ molto atletica adesso, fisica e viscerale…

    EST. MIDDLE BEND – CENTRO CITTA’

    La Mercedes attraversa il fotogramma, FIONDANDOSI verso la campagna, lasciandosi alle spalle la città di Middle Bend…

    La macchina della polizia attraversa il fotogramma subito dopo, con luci lampeggianti e sirene spiegate adesso…

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    India appare raggiante alla luce di un tardo pomeriggio primaverile, suonando per quella che potrebbe anche essere l’ultima volta…

    EST. MIDDLE BEND – APERTA CAMPAGNA

    La Mercedes accosta lungo un tranquillo pezzo di strada, campi di mais su entrambi i lati…

    La macchina della polizia si ferma dietro di lui. Il poliziotto scende, inizia a camminare lentamente verso la Mercedes…

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    La musica si fa sempre più forte adesso, prendendo velocità…

    INT. MERCEDES-BENZ

    Il nostro punto di vista e’ dall’interno dell’auto: e’ lo Sceriffo Howard che sta camminando, attraverso il finestrino. Si ferma, mani sulla sua cintura…

    SCERIFFO HOWARD
    Andiamo di fretta, Signor Stoker?

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    Sempre più forte e più veloce…

    INT./EST. MERCEDES-BENZ

    PRIMO PIANO sullo Sceriffo Howard, che si sporge verso il finestrino adesso, sorridendo…

    SCERIFFO HOWARD
    Sa quanto stava andando veloce?

    ZIO CHARLIE
    Soltanto veloce quanto basta, Sceriffo…

    SCERIFFO HOWARD
    Quanto basta per cosa?

    PRIMO PIANO su zio Charlie, sorridente anche lui, mostra qualche dente…

    ZIO CHARLIE
    Per attirare la sua attenzione.

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    Sempre più forte, sempre più veloce…

    EST. MIDDLE BEND – CAMPAGNA

    PRIMO PIANO SU ZIO CHARLIE CHE INFILZA QUEL PAIO DI FORBICI BENE IN PROFONDITA’, DIRITTE NELLA GOLA DELLO SCERIFFO, PROPRIO IN QUELLA ZONA CHE FORMA UN DOLCE ANGOLO, DOVE IL COLLO INCONTRA IL MENTO…
    PRIMO PIANO SULLO SCERIFFO HOWARD CHE GORGOGLIA E FARFUGLIA, ARRIVANDO A TOCCARE L’ESTREMITA’ VERDE CHIARO DELLE FORBICI SPORGENTI DAL SUO COLLO…

    PRIMO PIANO SUL SANGUA CHE COLA DALLA SUA BOCCA…

    PRIMO PIANO SULLO SCERIFFO CHE BARCOLLANDO INDIETREGGIA, ALLONTANANDOSI DALL’’AUTO, LA LUCE DEL SOLE CHE RIMBALZA DAI SUOI OCCHIALI DA SOLE…

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    Sempre più forte e più veloce…

    EST. MIDDLE BEND – CAMPAGNA

    CI ALLARGHIAMO SULLO Sceriffo Howard mentre si SCUOTE e TREMA lungo la strada, facendo uno strano balletto mentre armeggia con l’estremità delle forbici cercando di estrarsele…

    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    Più forte, più veloce…

    EST. MIDDLE BEND – CAMPAGNA

    Lo Sceriffo incespica sulla strada, il sangue scola sulla parte anteriore della sua divisa, si dirige barcollante verso i campi di mais…

    INT. RE RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    Più forte, più veloce…

    EST. MIDDLE BEND – CAMPAGNA

    Lo Sceriffo Howard appare nell’inquadratura, sconcertato, soffocante…

    Si lascia cadere sulle sue ginocchia, col sangue che schizza sui fusti di mais mentre striscia a carponi attraverso il campo, senza meta…

    INT. RE RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    Più forte, più veloce…

    EST. MIDDLE BEND – CAMPAGNA

    Zio Charlie entra nell’inquadratura pochi passi più indietro, mentre segue le scie di sangue e di fusti calpestati, senza fretta, calmo a piacimento…



    INT. RE RESIDENZA STOKER – SALOTTO

    Più forte, più veloce…

    EST. MIDDLE BEND – CAMPAGNA

    PRIMO PIANO sullo Sceriffo Howard che perde forze e impulso al movimento, ribaltandosi sulla schiena…

    PRIMO PIANO sullo zio Charlie in piedi davanti allo Sceriffo, che guarda verso il basso, a quell’uomo morente con lo stesso interesse di uno stenografo di corte…


    INT. RESIDENZA STOKER – SALOTTO – CREPUSCOLO – CONTINUATO

    PRIMO PIANO su India che respira forte, la sua fronte e’ lucida di sudore, preme sui tasti per gli accordi finali con passione, energia, vita…

    La musica si appresta al silenzio…

    Lei si prende un secondo, solleva le mani dai tasti…

    EVIE (fuori scena)
    Brava.

    India guarda verso l’alto, sorpresa, vede sua madre all’entrata del salotto.

    Evie e’ quasi irriconoscibile ai nostro occhi, scomposta e scarmigliata, chiaramente non lavata, e’ l’ombra inquietante della donna che abbiamo incontrato per la prima volta in quella stessa soglia, il giorno del funerale di suo marito.

    Come India, Evie e’ anche lei trasformata. Hanno percorso un lungo cammino in un tempo molto breve, una sbocciando, l’altra…

    Madre e figlia si guardano da una parte e l’altra della stanza.

    EVIE (continuato)
    Cosa c’e’ per cena?

    INT. RESIDENZA STOKER – SALA DA PRANZO – SERA - CONTINUATO

    Evie e’ seduta sulla sua sedia a capotavola, bicchiere di vino rosso a portata di mano. India siede nel suo solito posto.

    Notiamo che non c’e’ nulla a tavola. Niente cibo, niente piatti, niente candele. Niente musica di sottofondo. Nessun rumore dalla cucina. Niente. E’ l’esatto contrario della loro prima cena con zio Charlie.

    Il tempo passa. Infine -

    EVIE
    Quindi…dov’e’ lui?

    INDIA
    In città. Aveva qualche
    commissione da fare…

    La voce di India si affievolisce.

    EVIE
    Così disponibile. O dovrei
    dire abile?

    Da’ un’occhiata a India.

    EVIE (continuato)
    O forse tu hai un tuo aggettivo per questo.

    Evie fa una risatina tetra, quindi ritorna di nuovo silenziosa. India mantiene il suo sguardo sul tavolo, sulla porta a battente, sulla credenza.
    Ovunque ma non sulla donna che le siede accanto.

    EVIE (continuato)
    Ho fame. Muoio di fame, a dire il vero…

    INDIA
    Dovrebbe ritornare presto…

    Evie prende un bel sorso di vino, scolandoselo. Butta giù bruscamente il bicchiere sul tavolo lucido.

    EVIE
    Ne vorrei un altro, per favore.

    India si alza, va nella credenza, recupera la bottiglia di vino aperta. Riempie il bicchiere di sua madre, mantenendo una discreta distanza tra loro. Quindi si rimette seduta, appoggia la bottiglia sul tavolo tra loro.

    EVIE (continuato)
    Perché non ne versi uno
    anche per te? Sei grande
    abbastanza adesso.

    India guarda sua madre, chiedendosi dove vuole arrivare. Evie ricambia lo sguardo finché India non lo abbassa.

    India fa come le ha detto. Si alza di nuovo, va alla credenza, prende un altro bicchiere, si risiede. Afferra la bottiglia, riempie il bicchiere.
    India prende un piccolo sorso di vino, guardando sua madre da sopra l’orlo del bicchiere, guardinga.

    Quindi prende un sorso più grande.

    Le labbra di Evie si comprimono in un qualcosa che somiglia approssimativamente a un sorriso. Annuisce una volta. (In segno di approvazione?)

    Quindi Evie solleva il suo bicchiere e se lo scola in un solo sorso. Lo appoggia di nuovo sul tavolo.

    Battito.

    EVIE (continuato)
    Sai, mi sono spesso chiesta
    perché la gente fa bambini
    innanzitutto…e la conclusione
    alla quale sono giunta…e’ che
    a un certo punto delle nostre vite
    le cose sono incasinate in modo
    irreparabile… Quindi decidiamo
    di ricominciare. Un colpo di
    spugna…un nuovo inizio…e
    facciamo bambini. Piccole copie
    carbone alle quali possiamo rivolgerci
    dicendo “Tu farai quello che io non ho
    potuto…tu avrai successo dove io ho
    fallito…” Perché vogliamo che qualcuno
    faccia la cosa giusta stavolta… Cristo santo…
    (battito)
    Ma non io. Non io, mia cara…

    Evie si avvicina alla figlia, accertandosi di avere la sua completa attenzione.

    EVIE (continuato)
    Personalmente parlando,
    non posso aspettare che la
    vita ti faccia a pezzi.

    Quindi Evie si risiede al suo posto. E allora inizia a piangere ampi singhiozzi spasmodici che partono dal piccolo centro del suo corpo sfinito.

    India non muove un muscolo, non distoglie nemmeno lo sguardo stavolta, mentre sua madre va a pezzi proprio lì al tavolo.

    EVIE (continuato)
    Oh India…Oh India, sono
    così spaventata…sono così
    spaventata per te…

    CAMBIO SCENA:

    INT. RESIDENZA STOKER – CUCINA – NOTTE – PIU’ TARDI

    India e’ in piedi in silenzio, calma all’isola di fronte lo zio Charlie.

    E’ vestita come l’abbiamo vista l’ultima volta. Zio Charlie, naturalmente, ha fatto una doccia e si e’ cambiato da quando e’ tornato dal suo appuntamento con lo Sceriffo Howard.

    Sul bancone di fronte a lui ci sono i seguenti oggetti: Una bottiglia di scotch. Un cucchiaio d’argento. Un bicchiere grande. Una ciotola bianca. Un pestello di legno. E un sacchetto di carta bianca.

    Zio Charlie prende il sacchetto, lo apre estraendo alcune bottigliette arancioni con piccoli tappi bianchi. Li dispone sull’isola in un’ordinata fila.

    Sono tre in totale e il nome di Evie e’ su tutte loro.

    Sono le prescrizioni che ha appena ritirato in farmacia in città.

    India osserva tranquillamente mentre zio Charlie sposta la fila di bottigliette, prendendo una manciata di pillole da ognuna. Lascia cadere le pillole nella ciotola bianca, comincia a macinarle col pestello.

    Una volta che le pillole sono diventate polvere, zio Charlie prende il bicchiere grande, lo riempie di scotch. Versa la miscela nel bicchiere, prende il cucchiaio, mescola la miscela finché la polvere si dissolve.

    Porta il cucchiaio, la ciotola e il pestello al lavandino, li lava e li ripone al loro posto.

    Finito, ritorna all’isola, in piedi di fronte a India di nuovo.

    Non c’e’ nulla sul bancone tra loro tranne il bicchiere, che fa scivolare verso di lei.

    India lo guarda, poi guarda di nuovo lui.

    Lui aspetta.

    E allora qualcosa accade tra loro. Zio Charlie sa senza che gli viene detto nulla.

    ZIO CHARLIE
    Ok…
    (battito)
    Magari la prossima volta.

    Le fa un sorriso rassicurante, paziente come se il giorno fosse ancora lungo.

    Gli occhi di India cadono sul bicchiere di nuovo. Un altro momento passa.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    (gentilmente)
    India?

    Lei guarda su, come svegliata da una trance.

    INDIA
    Si?

    ZIO CHARLIE
    E’ meglio che vai a prepararti.
    Partiremo a breve.

    Lei continua ad indugiare. Lui le sorride incoraggiante.

    ZIO CHARLIE (continuato)
    Va tutto bene…Vai avanti.
    Io pulirò.

    India si volta, attraversa la porta a battente.

    Zio Charlie prende il bicchiere, va al lavandino e lo versa lentamente sullo scarico.

    INT. RESIDENZA STOKER – NOTTE – CONTINUATO

    MONTAGGIO INCROCIATO TRA INDIA E ZIO CHARLIE MENTRE SI PREPARANO PER LA PARTENZA

    India attraversa la sala da pranzo ed entra nell’ingresso…

    ZIO CHARLIE LAVA IL BICCHIERE NEL LAVANDINO…

    India sale le scale…

    ZIO CHARLIE ASCIUGA IL BICCHIERE…

    India raggiunge il pianerottolo del secondo piano e svolta…

    ZIO CHARLIE RIPONE IL BICCHIERE NELL’ARMADIETTO…

    India attraversa il buio corridoio…

    ZIO CHARLIE APPENDE LO STROFINACCIO AL SUO PICCOLO GANCIO…

    India arriva di fronte a una porta socchiusa, apprestandosi a ruotare il pomello…

    ZIO CHARLIE IN PIEDI PERFETTAMENTE IMMOBILE NEL MEZZO DELLA CUCINA…

    India apre la porta in una buia camera da letto…
    LA CUCINA, ADESSO VUOTA…

    India che raggiunge l’interruttore della luce sulla parete…

    LA PORTA A BATTENTE PER LA SALA DA PRANZO, CHE DONDOLA AVANTI E INDIETRO…

    India accende la luce…

    LE LUCI SI ACCENDONO NELLA CAMERA DA LETTO DI EVIE…EVIE, A LETTO, SI VOLTA VERSO LA PORTA, SBATTENDO LE CIGLIA…

    India sulla soglia della camera da letto di zio Charlie, NON DI QUELLA DI SUA MADRE…

    ZIO CHARLIE SULLA SOGLIA DELLA CAMERA DA LETTO DI EVIE… EVIE LO VEDE E INIZIA AD ALZARSI, CONSAPEVOLE CHE C’E’ QUALCOSA CHE NON VA AFFATTO…

    India si muove nella stanza, con calma, con uno scopo…

    ZIO CHARLIE SI MUOVE NELLA STANZA, CON CALMA, CON UNO SCOPO…

    India raggiunge il letto, e prende il maglione blu navy dello zio, non riposto in valigia…

    ZIO CHARLIE RAGGIUNGE IL LETTO, BALZANDO SU IN ARIA, COL VOLTO SCURO E BESTIALE…

    India chiude gli occhi, sollevando il maglione dello zio Charlie verso il suo viso…

    ZIO CHARLIE ATTERRA SOPRA DI EVIE, METTENDOSI A CAVALCIONI SU DI LEI…

    India annusa l’odore di zio Charlie…

    ZIO CHARLIE FA SCIVOLARE LE SUE MANI SULLA GOLA DI EVIE…

    PRIMO PIANO SU India mentre appoggia il maglione contro la sua guancia…

    PRIMO PIANO SU ZIO CHARLIE MENTRE SORRIDE E INIZIA A STRINGERE…

    India ripiega il maglione per bene…

    EVIE LOTTA, OCCHI SPORGENTI DI PAURA E STUPORE…

    India porta il maglione nella valigia di zio Charlie…

    EVIE COLPISCE ZIO CHARLIE COI SUOI PUGNI…

    India si abbassa vicino la valigia…

    ZIO CHARLIE STRINGE…E STRINGE…

    India apre la valigia…

    EVIE INIZIA A PERDERE COSCIENZA, GLI OCCHI INIZIANO A RUOTARE…

    India gentilmente vi depone il maglione…

    EVIE GRAFFIA SEMPRE PIU’ DEBOLMENTE ZIO CHARLIE…

    India lascia la camera di zio Charlie, con la valigia in mano…

    ZIO CHARLIE STRINGE PIU’ FORTE… E PIU’ FORTE…

    India attraversa il corridoio…

    EVIE SOFFOCA, BOCCHEGGIA, MUORE…

    India attraversa il corridoio…

    ZIO CHARLIE STRINGE…E STRINGE…HA QUASI FINITO ORMAI …

    INDIA (fuori scena)
    Zio Charlie?

    ZIO CHARLIE GUARDA VERSO LA PORTA, VEDE INDIA LÌ IN PIEDI…

    INDIA (continuato)
    Sono pronta.

    INDIA SOLLEVA LA PISTOLA DI SUO PADRE, SPARA A ZIO CHARLIE UNA VOLTA, SUL COLLO…

    Zio Charlie cade giù dal letto, col sangue che sgorga dalla sua ferita in un lungo elegante arco…

    Zio Charlie cade sul pavimento, a faccia in su’, il sangue si infiltra nella spessa moquette…

    India butta la pistola, e corre al suo fianco, cadendo in ginocchio…

    India lo spinge tra le sue braccia, cullando la sua testa mentre il sangue pompa fuori, inzuppandoli entrambi…

    India accarezza il viso di zio Charlie, guarda il sangue traboccare spumeggiando dalla sua bocca e uscire dalle sue labbra…

    Zio Charlie guarda negli occhi di India… cercando qualcosa…E TROVANDOLA…

    ZIO CHARLIE MUORE CON UN SORRISO INSANGUINATO E MALEDETTO IN FACCIA…

    India butta indietro la sua (*di lei) testa E URLA…

    Evie, viva, cerca di prendere fiato, ansimando, si spinge su’ dal letto e vede India accovacciata sul pavimento, ricoperta di sangue…

    Evie si inerpica giù dal letto in preda al panico, strisciando verso sua figlia a quattro zampe…

    EVIE
    India…piccola mia…
    Sono qui…

    Evie raggiunge India, solleva la testa di sua figlia, per guardarla negli occhi E TRASALE…

    Evie balza via da sua figlia, indietreggiando, LA SUA FACCIA ESPRIME SHOCK E ORRORE…

    PRIMO PIANO sul volto di India, striato di sangue e rigato dalle lacrime, I SUOI OCCHI ANIMATI ADESSO DA QUALCOSA DI INDICIBILE…

    India depone la testa di zio Charlie gentilmente…

    INDIA CERCA DI PRENDERE LA PISTOLA, CHE GIACE IN DISPARTE SULLA MOQUETTE…

    EVIE (CONTINUATO)
    No…

    LE DITA INSANGUINATE DI INDIA STRETTE ATTORNO ALLA PISTOLA…

    EVIE (continuato)
    No, India…ti prego…

    GLI OCCHI DI INDIA SU SUA MADRE, UN CACCIATORE CONCENTRATO SULLA SUA PREDA…

    EVIE (CONTINUATO)
    TI PREGO…INDIA…

    INDIA SOLLEVA LA PISTOLA LENTAMENTE DALLA MOQUETTE, UN GHIGNO MALVAGIO INCURVA LA SUA BOCCA VERSO L’ALTO AGLI ANGOLI…

    EVIE (continuato)
    INDIA!


    PRIMO PIANO SU EVIE MENTRE URLA…

    EVIE (continuato)
    INDIAAAAAAAAAAAA!!!!!
    TAGLIO SU SFONDO NERO


    ESTERNO RESIDENZA STOKER – ALBA

    Silenzio.

    INQUADRATURE della tenuta degli Stoker. Il vento negli alberi, la rugiada sull’erba.

    Il gazebo. Il laghetto delle carpe. La banderuola.

    Il pezzo di terra lungo il viale dove zio Charlie ha piantato i bulbi. Ancora brullo. (E sempre lo sarà).

    La casa bianca con i suoi camini, il suo cornicione e le persiane nere.

    La porta d’ingresso rossa…lasciata aperta.

    UN PAIO DI SCARPE A SELLA BIANCHE E NERE RIPOSTE APPENA DIETRO L’USCIO, ABBANDONATE.


    INT. RESIDENZA STOKER – GIORNO – CONTINUO

    INQUADRATURE degli interni.

    Il pianoforte nel salotto…

    L’isola nella cucina…

    La porta a battente per la sala da pranzo…

    Le scale all’ingresso…

    Zio Charlie, occhi spalancati, disteso a faccia in su’ sul pavimento della camera da letto di Evie, un manichino rotto, i bulbi oculari in un cerchio di sangue.

    Evie, occhi spalancati, distesa immobile sul letto, sul lato che da alla finestra, ci fa pensare che sia morta…

    FINCHE’ BATTE LE PALPEBRE.





    EST. RESIDENZA STOKER – GIORNO – CONTINUATO

    INQUADRATURE dell’esterno.

    La casa da lontano, e di nuovo da ancora più lontano…

    Le tre tombe nel boschetto…

    Il cancello anteriore lasciato aperto

    La strada tortuosa attraverso gli alberi…

    La Mercedes-Benz in corsa su una collina…


    INT. MERCEDES-BENZ – GIORNO – STESSO MOMENTO

    Vediamo India, seduta al volante.

    E’ pulita e fresca, vestita con pantaloncini puliti e una delle maglie stirate di zio Charlie, aperta al collo.

    Il finestrino e’ abbassato, una brezza soffia tra i suoi capelli.

    Il suo volto e il suo atteggiamento sono tranquilli, il mondo le sta davanti e con esso tutto il tempo a venire.

    CI ALLARGHIAMO sul sedile del passeggero e notiamo la valigia di zio Charlie. India allunga la mano, la apre. Vediamo la pistola dentro, riposta sopra il suo (*di lui) maglione navy.

    India fruga finché trova quello che stava cercando: un astuccio portaocchiali. Lo apre, tira fuori un familiare paio di occhiali da sole tartarugati. Se li incolla sul naso.

    E’ meglio vedere attraverso di essi.


    EST. MERCEDES-BENZ – GIORNO – CONTINUO

    CI ALLARGHIAMO sulla Mercedes-Benz mentre si allontana da noi sfrecciando su per una collina e oltrepassandola, scomparendo quindi dalla nostra vista.

    Battito.

    Collina deserta.

    Battito.

    E allora, quasi inaspettatamente, la Mercedes ritorna indietro dalla collina, sfrecciando proprio verso di noi.

    PASSA ACCANTO ALLA TELECAMERA, per tornare indietro in velocità verso Middle Bend…


    IMPROVVISO CAMBIO SCENA:

    EST. MIDDLE BEND – CASA DI PERIFERIA – GIORNO – CONTINUO

    Sole che splende, uccellini che cinguettano.

    CI ALLARGHIAMO su un Mini-McMansion (*vedi nota), uno dei tanti, tutti accovacciati l’uno sull’altro in una suddivisione dall’aspetto stanco. E’ immediatamente chiaro che siamo molto lontani dalla tenuta Stoker.

    Entriamo nella casa. Tegole che mancano e stucco sbucciato. Pavimento spaccato. Zone morte sull’erba. Giocattoli di bambini sul prato…

    Una grande ruota, un pallone da basket sgonfio. Un paio di palle da baseball, sporche e masticate…

    Una mazza di alluminio distesa accanto ad esse.


    INT. CASA DI PERIFERIA – CUCINA – GIORNO – CONTINUATO

    PRIMO PIANO su uova e bacon che friggono, cucinati su un fornello macchiato di grasso.

    UNA DONNA (40 anni ma ne dimostra 50) ancora in accappatoio e ciabatte in piedi accanto al cibo, lo muove svogliatamente con una spatola di plastica

    SENTIAMO IL CAMPANELLO SUONARE. E’ metallico. Forte.

    La donna continua a cucinare, mezzo addormentata.

    SENTIAMO IL CAMPANELLO SUONARE DI NUOVO.

    La donna guarda su’ sentendo finalmente il campanello. Quindi guarda al soffitto, e urla.

    DONNA
    Qualcuno può aprire?

    Nessuna risposta. Passano dei secondi.

    SENTIAMO IL CAMPANELLO SUONARE DI NUOVO.

    DONNA (continuato)
    (a voce molto più alta)
    QUALCUNO PUO’ RISPONDERE
    ALLA PORTA, PER FAVORE? STO
    CERCANDO DI PREPARARE LA
    COLAZIONE QUI SOTTO!
    (battito)
    PRONTO? QUALCUNO E’ IN ASCOLTO?
    (dopo, verso sé stessa)
    Che cazzo…

    IL CAMPANELLO SUONA DI NUOVO.

    DONNA (continuato)
    MALEDIZIONE! NON LO
    CHIEDERO’ UN’ALTRA VOLTA!
    APRITE QUELLA DANNATA PORTA!

    INT. CASA DI PERIFERIA – INGRESSO – GIORNO - CONTINUATO

    PRIMO PIANO sulla porta d’ingresso.

    IL CAMPANELLO SUONA DI NUOVO.

    DONNA (fuori scena) (continuato)
    APRITE LA PORTA!

    Sentiamo adesso la voce di un uomo, che risponde dal piano di sopra.

    UOMO (fuori scena)
    VA BENE, VA BENE! STO ANDANDO AD APRIRE!

    PRIMO PIANO sulla porta d’ingresso.

    Il rumore di passi che si muovono al piano di sopra.

    SENTIAMO IL CAPANELLO SUONARE DI NUOVO.

    DONNA (fuori scena)
    MALEDIZIONE!

    Un maggior rumore in cima alle scale, qualcuno sta per scendere.
    THUMP, THUMP, THUMP, THUMP…

    SENTIAMO IL CAMPANELLO SUONARE DI NUOVO MENTRE MANTENIAMO L’INQUADRATURA SULLA PORTA D’INGRESSO.

    UOMO (fuori scena)
    OKAY, OKAY!
    (brontolando)
    Che cazzo…

    E’ più vicino adesso, e’ quasi alla porta…

    SENTIAMO LA PORTA SUONARE DI NUOVO.

    UOMO (fuori scena) (continuato)
    ECCOMI!

    E allora la sua mano raggiunge l’inquadratura, afferra il pomello, lo gira…


    INT./EST. CASA DI PERIFERIA – GIORNO – PORTA D’INGRESSO -CONTINUATO

    La porta d’ingresso si apre… e’ Pitts.

    Sbatte le palpebre un po’ di volte, come se non riuscisse a credere chi si trova di fronte, davanti la porta d’ingresso di casa sua alle 7 di mattina.

    PITTS
    Che cazzo ci fa tu qui?

    E NOI RUOTIAMO INTORNO A LUI E VEDIAMO INDIA COI SUOI NUOVI OCCHIALI DA SOLE, GIUSTO IN TEMPO PER GUARDARLA PORTARE SU E GIU’ QUELLA MAZZA DI ALLUMINIO IN UN ARCO INFUOCATO – DIRITTO NELLA TELECAMERA.

    TAGLIO SU SFONDO NERO

    FINE
     
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3 replies since 5/3/2015, 00:30   284 views
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